Si è sempre fatto così...
Non è per questo. Ci sono convenzioni, e le parti convengono quando conviene. L’eccezione “urbana” è verosimilmente tale per come era stata convenuta PRIMA dello STIBM, non hanno fatto nuovi accordi commerciali, e come non lo vendevano prima (a sapere il perché sarebbe bello) non lo vendono adesso.
Per le tariffe STIBM “piene e ufficiali”, la vendita da parte di TN, ma anche ovunque all’interno del sistema integrato regionale, invece mi pare doveroso. Però capisco che ci possono essere problemi di contabilità aziendale senza una adeguata compensazione per il servizio offerto ad altri.
All’interno dello STIBM, non esiste perdono per TN che non vende tutto (cosa manca?).
In Germania se sono a Monaco e vado ad uno sportello DB, posso comprare un biglietto urbano di Amburgo.
Vedi il risultato di 50 anni di politiche di integrazione, decine, centinaia di accordi commerciali sottoscritti, e comunque con la convenienza di DB, che immagino, vista la sua forza contrattuale, si tenga per intero l’incasso. E se è così, allora i consorzi tariffari lo hanno concesso per altri tipi di vantaggi, ma anche contando su una coperta molto lunga dagli introiti tariffari, coperta che in Italia è decisamente troppo corta.
E temo pure a Milano, non tanto per la coperta corta, ma per il comune di Milano che non molla un centesimo di ciò che incassa dal contratto “gross cost” con ATM.
Sarebbe da capire quanto pesano gli abbonamenti rispetto al totale incassato da vendite di biglietti. Ho visto le cifre di Roma: 1/3 degli incassi arriva da BIT (110M€/326M€). Se il rapporto a Milano fosse più favorevole, 1/4 o persino 1/5, ecco che il sistema potrebbe anche “rinunciare” agli incassi fatti da altri canali di vendita e quindi consentire soluzioni tipo “City-Ticket” o vendita di biglietti singoli, giornalieri e trigiornalieri da parte di altri operatori, che tratterrebbero gli incassi oppure li includono nei loro titoli. Ma servono sempre accordi commerciali.