LUCATRAMIL wrote:Serie ha capito la mia ipotesi ed io capisco la sua posizione.
Però i miei genitori nel 1947 entrarono nel nuovo condominio di Corso laodi 101 quando le scale interne non erano ancora completate. Inoltre mi risulta che negli Stati in cui esiste un Genio civile che funziona e viene usato quando serve, fanno, ad es. dei ponti di barche provvisori, che vengono collaudati, usati e smontati. (ieri sera al Tg si vedeva Capua, credo, divisa in due per due ponti interrottie nessuno pensa a soluzioni urgenti provvisorie). Se una cosa è urgente ed importante si trova anche una soluzione provvisoria.
Però in un Paese di paraculi, il pensiero di Serie1928 fila.
Si fa, ed ha un costo enorme, quando è strettamente necessario ed urgente. Questo mi sembra ovvio. Ma attivare una infrastruttra che non esisteva prima di quando è finita, non ha carattere ne di necessità ne di urgenza.
Che nel '47 ci potesse essere l'impellenza di entrare in casa propria, magari proveniendo da una situazione di forte disagio, è comprensibile, ma al giorno d'oggi sarebbe un rischio da non correre: io prendo in consegna la casa "finita" e di conseguenza la pago quando è finita. Ed il costruttore non mi fa entrare se la consegna (passaggio delle chiavi) non è eseguita.
Non riduciamo discorsi che hanno una loro legittimità comprovata ad episodi di "paraculismo": se l'opera è in esecuzione è sotto la responsabilità di chi costruisce, quando è pronta la responsabilità passa a chi segue con la consegna formale dopo l'esecuzione dei collaudi necessari. "Paraculismo" è quando si va oltre, quando anche di fronte a collaudi eseguiti ci si rifiuta a prendere in consegna l'opera per cavilli come l'assenza di un documento che serve a mettere nero-su-bianco quanto già verificato in pratica con il collaudo positivo, o la manacnza di una firma "di passaggio", quando il passaggio è implicito altrimenti il documento non sarebbe dove si trova.
skeggia65 wrote:Quindi non è possibile realizzare e collaudare le due tratte definitive e un collegamento provvisorio, seppur rispondente alle regole dell'roganismo che ha sostituito l'USTIF?
Qui si tratta di posare quattro rotaie, non di far volare un aereo con un pezzo di tela cerata al posto di una porzione di ala.
Due tratte completate e collaudate definitivamente, più un collegamento a velocità ridotta sempre collaudato.
Che sia una deviazione o un ponte Bailey, basta che funzioni.
Ved che siamo sempre più il Paese "UCAS".
No, qui si tratta di far viaggiare i passeggeri in piena sicurezza in un opera che prima non c'era e che non c'è alcun motivo di complicare il processo ulteriormente a quanto lo è già, per ragioni che l'esperienza pratica ha dimostrato essere valide.
No, la tratta non è "definitiva" se le manca un pezzo. Punto. Non è dimostrabile nemmeno dal punto di vista logico, semplicemente non ha la "qualità" necessaria a che ANSFISA se ne debba interessare. E non sono le regole di ANSFISA, ma la "buona prassi" ingegneristica a dettare che le cose vanno fatte come vanno fatte.
Ad ogni modo: la cosa si presenterebbe comunque di una difficoltà notevole: la bonifica avviene in uno strato superficiale di terreno. Per farci passare sopra i tram devi mettere i binari ad una quota che renda agevole il lavoro sottostante, con rampe di lunghezza tale da rendere impossibile l'ingresso al deposito. Oppure devi mettere i binari sulla strada adiacente con opportuni raccordi, anche questi con una opportuna livelletta, dovendo chiudere la strada al transito veicolare (crei un vantaggio agli uni, sacrificando altri?) perché per rendere l'opera provvisoria sicura anche per i veicoli stradali è ancora più complicato e costoso, con soldi che poi non ci sono.