Lo Zimbabwe

Moderators: Hallenius, teo

Ma a voi interessa qualcosa dello Zimbabwe?

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Lo Zimbabwe

Postby friedrichstrasse » Thu 03 July 2008; 18:25

Mah.
Viva il tram moderno

BASTA CENSURE!!!
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Re: Lo Zimbabwe

Postby msr.cooper » Thu 03 July 2008; 18:46

:?: :?: :?:
Tra l'altro, si possono pure scegliere 2 opzioni.
-
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Cristian1989 » Thu 03 July 2008; 20:41

:?:
Non Zo! :)
Chi vive moderno sale sul bus (Notturno Bus, 2007)
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Re: Lo Zimbabwe

Postby mat327_5700 » Thu 03 July 2008; 21:03

Per niente....
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Trullo » Fri 04 July 2008; 0:39

A me interessa (anche se sinceramente devo ammettere che tendo a interessarmi di più all'America Latina).
Storie come quella di Mugabe (voglio dire, eroi della lotta per l'indipendenza, che nello Zimbabwe ha assunto caratteri particolari rispetto al resto dell'Africa, che giunti al potere ripropongono metodi brutali e sanguinari che nulla hanno da invidiare ai regimi coloniali che li hanno preceduti) sono molto comuni in Africa, purtroppo.
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Re: Lo Zimbabwe

Postby linea 91 » Fri 04 July 2008; 8:23

ma con due opzioni uno mette si e no ..... ovvero boh !!!
ore 00.35 del 15 Dicembre 2010 ultima partenza della 93 da P.le Loreto
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Re: Lo Zimbabwe

Postby brianzolo » Fri 04 July 2008; 13:26

bah... cambiare pusher no :?: :wink:
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ridateci Freedrichstrasse!
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Re: Lo Zimbabwe

Postby simix920 » Fri 04 July 2008; 13:55

Bello sto sondaggio! :lol:
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Re: Lo Zimbabwe

Postby semi93 » Fri 04 July 2008; 16:05

A me non interessa niente
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Re: Lo Zimbabwe

Postby mat327_5700 » Sat 05 July 2008; 14:38

linea 91 wrote:ma con due opzioni uno mette si e no ..... ovvero boh !!!


Ma no a noi teo proprio non interessa dello Zimbabwe... tutti Marudo... :lol:
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Trullo » Sun 06 July 2008; 3:02

Sapere quello che succede nel mondo (Zimbabwe compreso) mi sembra naturale, sicuramente più delle polemiche o del gossip di cui sono pieni i nostri telegiornali e quotidiani.
A questo proposito mi sembra che la nostre stampa e TV siano più "provinciali" delle omologhe degli altri paesi europei, e dedichino meno spazio e meno importanza alla politica internazionale.
Mi pare che siano solo due i quotidiani italiani che dedicano il giusto rilievo a quanto accade nel resto del mondo: Avvenire e Manifesto.
Il confronto con il resto d'Europa diventa poi impietoso se si guardano i temi della concentrazione delle testate (soprattutto TV) e dei legami tra informazione e politica (anche qui soprattutto TV).
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Re: Lo Zimbabwe

Postby trambvs » Sun 06 July 2008; 23:29

^^ A livello di quotidiani concordo assolutamente, per fortuna esiste l'ottimo Internazionale, relativamente schierato a sinistra, ma comunque ben fatto e interessante...
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Trullo » Thu 17 July 2008; 11:37

Posto qui, unico topic vagamente simile.
Nel silenzio di stampa e TV italiane, grave crisi politica e istituzionale in Belgio.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-ar ... art49.html
Dal Manifesto di ieri (unico articolo in italiano che ho trovato)

Lunedì notte il premier belga Yves Leterme rilascia le sue dimissioni direttamente nelle mani del Re Alberto II, incapace di mettere insieme una riforma istituzionale che accontenti i ricchi fiamminghi senza abbandonare i poveri valloni. Le posizioni delle due comunità sono «inconciliabili», riassume lo stesso Leterme annunciando lo sgretolamento del suo governo, non ancora quella del Belgio.
La divisione del paese non è infatti ancora all'ordine del giorno, ma la crisi in cui è ripiombato il regno non lascia presagire un'estate facile. Il Re non ha ancora accettato le dimissioni e si è preso del tempo per decidere il da farsi. Dall'estrema destra il Vlaams Belang chiede di tornare al voto, dalle Fiandre si propone di mettere da parte lo stesso Leterme per preferirgli Didier Reynders, liberale vallone e ministro delle finanze, l'unico in grado - forse - di convincere il sud del paese ad accettare una riforma dello stato che il nord non è riuscito a imporre in 13 mesi. I partiti valloni gli hanno già dato il loro sostegno, ma è da vedere cosa diranno i fiamminghi. La soluzione alla crisi non è appare comunque dietro l'angolo, anche perché ha radici profonde, in una frattura linguistica profonda decenni.
Era l'ormai lontano 10 giugno 2007 quando Leterme, leader dei democristiani fiamminghi, usciva vincitore dalle urne, forte di un programma che prevedeva una ristrutturazione territoriale dello Stato che donasse maggiori autonomie alle due principali comunità linguistiche del paese. Un programma scomodo nei contenuti e di difficile attuazione, anche perché per donare un governo a questo piccolo paese è necessario l'appoggio dei partiti valloni, contrari a qualsiasi dinamica centrifuga.
Leterme ci mette pure del suo, intonando il 21 luglio scorso, giorno della festa nazionale, la marsigliese invece della brabançonne, l'inno belga. Una provocazione che non gli spiana la strada già impervia del governo. E difatti il 23 agosto Leterme getta per la prima volta la spugna: impossibile creare un governo, troppe le tensioni tra il nord ed il sud. Passa un mese e il re gli concede nuovamente l'incarico, ma niente da fare: il primo dicembre è ancora fallimento. Per smuovere la situazione Alberto II recupera dal congelatore Guy Verhofstadt, l'ex premier liberale fiammingo uscito bastonato dal voto del 10 giugno. Il 21 dicembre - dopo aver battuto il record nazionale di giorni senza governo superando quota 200 - Verhofstadt si traveste da salvatore della patria e mette in piedi un governo interinale della durata di tre mesi. Il lasso necessario per non mandare in crisi economica il paese e permettere a Leterme di mettere insieme, senza la pressione del tempo e dei media, una compagine di governo.
Ed effettivamente il 25 febbraio nasceva tra i maggiori partiti fiamminghi e valloni - dc e liberali di entrambe le comunità più socialisti valloni - un'intesa per una mini-riforma dello Stato che permetteva a Leterme di prendere le redini del paese il 20 marzo. ma era un governo che eludeva i problemi di fondo. Da allora questo democristiano ha guidato a vista, cercando di superare le secche di un paese in conflitto territoriale e sociale (welfare e immigrazione) in una continua e angosciante lotta contro il tempo. Il 15 luglio scadeva infatti l'ultimatum dato dai fiamminghi ai valloni per approvare la riforma. Leterme si è dimesso il 14 notte.
Ora la palla è nella mani del re. Reynders appare a prima vista come l'opzione più spendibile: un vallone per convincere i valloni a cedere all'idea della riforma. A iniziare dal nodo che ha portato materialmente alla crisi, il nodo Bhv, ossia i comuni fiamminghi che circondano Bruxelles in cui i francofoni godono di facilitazioni linguistiche. I fiamminghi vogliono farla finita con questo regime di favore unico nel paese, i valloni vogliono in cambio un corridoio che li colleghi direttamente alla capitale. Insomma una partita a scacchi giocata su una scacchiera minuscola, quella dei particolarismi. E intanto l'economia piange, la nuova crisi rischia di allontanare gli investimenti stranieri, soldi necessari per un paese che sembra non amarsi.
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Re: Lo Zimbabwe

Postby friedrichstrasse » Thu 17 July 2008; 13:05

Comunque, chissà perché, i paesi conciati peggio sono quelli su cui gli Inglesi hanno messo le loro manacce ai tempi del colonialismo: Pakistan, Zimbabwe, Nigeria, Sudan, Birmania, Polonia, Palestina, Tibet, Afghanistan, Iraq...
I paesi francofoni invece, pur con tutti i problemi delle aree in via di sviluppo, sono notevolmente più organizzati, colti e stabili: Algeria, Senegal, Vietnam, Libano, Marocco, Madagascar...
Viva il tram moderno

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Re: Lo Zimbabwe

Postby Trullo » Thu 17 July 2008; 13:14

Facendo riferimento all'indice di sviluppo umano, utilizzato, accanto al PIL (Prodotto Interno Lordo), dalle Nazioni Unite a partire dal 1993 per valutare la qualità della vita nei paesi membri, la situzione è più variegata.

Gli ultimi 10 Paesi sono
Rep. Dem. del Congo
Etiopia
Ciad
Repubblica Centrafricana
Mozambico
Mali
Niger
Guinea-Bissau
Burkina Faso
Sierra Leone

Quindi una ex colonia inglese, una italiana, due inglesi e ben sei francesi

Va detto che alcuni paesi, causa impossibilità di reperire i dati, non figurano in classifica: tra questi Somalia, Liberia, Afganistan e Irak.



L'Italia è ventesima: dietro alla maggior parte dei Paesi occidentali, davanti solo a Germania (perchè così in basso?), Grecia, Israele e Portogallo
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