Invece secondo me lo snatura eccome il modello. Se il punto di numerare due linee è per rendere evidente che ci sono di fatto due linee separate e la necessità di cambiare per chi è diretto da uno dei 4 rami al ramo non servito dalla propria linea ma poi di fatto in un caso due treni su tre da un ramo non vanno nel ramo non servito dalla propria linea allora si perde la compattezza dell'informazione.
Sono ad Assago e mi chiedono:
"scusi questo treno va a vimodrone"?
ovviamente non ci va e quindi devo spiegare come fare:
caso attuale
"no deve prendere il treno ma scendere a famagosta(*) ed aspettare un treno diretto a gessate"
caso proposto da trullo nel caso tutti i treni M6 fossero diretti a gessate:
"no deve prendere il treno, scendere a famagosta ed aspettare la m6" molto più compatto
caso proposto da trullo ma con il modello di esercizio attuale
"no deve prendere il treno, scendere a famagosta ed aspettare un treno della m6 diretto a gessate". Alla fine che guadagno c'è?
(*) ovviamente vale anche una qualsiasi altra stazione ma per esperienza ho visto che a dire "una qualsiasi stazione" in genere ti guardano con unìespressione da vuoto pneumatico
Quindi che senso ha una doppia numerazione per risolvere il 50% solo del problema, andando però a complicare la vita a chi è abituato da 40 anni alla numerazione attuale? Non stiamo parlando di una linea nuova su cui sono assolutamente d'accordo
Quanto alle corse per cologno a me pare evidente che siano corse per aprire/chiudere un turno, basta vederle come corse per gobba...
“There is a greater darkness than the one we fight. It is the darkness of the soul that has lost its way. [...] Greater than the death of flesh is the death of hope, the death of dreams.”