S-Bahn wrote:Il vialone, detto poi Villa di Monza (e ribattezzato viale Lombardia in territorio monzese e viale Fratelli Casiraghi in territorio sestese), iniziava e terminava con due rotonde: Rondò di Sesto e Rondò di Monza. Da quest'ultimo partiva, e parte tuttora, viale Cesare Battisti che forma un "cannocchiale" con il fondale della Villa Reale.
Hai qualche riferimento in più sul viale per caso? Purtroppo non ho mai trovato niente.. In quanto a realizzazione credo sia stato concepito intorno al 1806 fra i due Rondò che hai citato. Da lì si connetteva alla vecchia strada postale per Milano (che passava per Sant'Uguzzone). Nel 1825 avrebbero aperto il viale Monza di congiunzione fra la città e Sesto, mentre nel 1829 (o 1839? faccio confusione..) sarebbe stata aperta la strada militare (oggi via Borgazzi), in sostituzione della vecchia postale che passava per San Rocco. Non ho mai trovato conferme nel merito, ma ho supposto che la demolizione della Porta Nuova a Monza sia da imputarsi proprio all'apertura di questa che altrimenti non avrebbe avuto uno sbocco diretto in città.
friedrichstrasse wrote:E poi c'era il "Rondò di Loreto" a Milano, dove dal vialone di Monza si congiungeva la "Strada Veneta" (= via Padova) e entrambe confluivano nello "Stradone di Loreto" (oggi corso Buenos Aires).
Era un sistema di viali alberati che avrebbero meritato una tutela rigorosa. Invece gli alberi furono abbattuti prima per fare spazio alla tranvia elettrica, e poi per fare spazio alle automobili.
Già, ma se pensiamo che nel tratto terminale del viale Lombardia, più o meno dalla Stradella al Rondò dei Pini, niente osterebbe la ricostituzione del duplice filare e invece l'unico cannocchiale prospettico che vedremo molto probabilmente sarà quello dei pali che già imperversa fino alla Boscherona!
S-Bahn wrote:Una bella botta agli alberi è venuta degli inverni in tempo di guerra degli anni '43, '44' e '45, dove per procurarsi legna da ardere sono stati tagliati gli alberi dei vali, ma si sono anche smontati e bruciati i pavimenti di legno di abitazioni e officine industriali.
Il viale da Monza a Sesto aveva il tram e un doppio filare di alberi. E' stato fatto secco dalla guerra, non dal tram.
friedrichstrasse wrote:No, è colpa del tram.
Il viale aveva quattro filari di alberi: per fare spazio al tram se ne levò uno, poi si decise che il viale asimmetrico non era bello da vedere, e scomparve anche il secondo.
Un po' pretestuoso.
Dal Rondò di Loreto al Rondò di Sesto ok, ma da Porta Venezia al Rondò di Loreto il doppio filare di pioppi che fine ha fatto? Inoltre da Sesto a Monza ha ragione S-Bahn!
S-Bahn wrote:Quale viale? cerchiamo di capirci.
Comunque Da Monza a Sesto ti garantisco (a memoria dei genitori ancora viventi) che gli alberi sono stati tutti tagliati nelle notti invernali di guerra.
Peccato che non ho più sottomano la cronologia che avevo cercato di ricostruire nel merito a partire dalle immagini. Da alcune foto di competizioni ciclistiche che terminavano alla Cornaggia (fraz. di Balsamo, dal '28 di Cinisello Balsamo), a metà strada fra San Fruttuoso e Sesto, avevo notato che gli alberi risultavano già scomparsi nel '47, mentre sopravvivevano allo sbocco del Rondò dei Pini. Non avevo mai pensato a quest'ipotesi!
friedrichstrasse wrote:Sì, ho capito, ma in origine (e fino al 1899-1900) i filari alberati erano quattro. Vengono ridotti a due proprio per "colpa" del tram, ma ovviamente se ne approfitta anche il traffico ordinario. [...]
Da Sesto a Monza i filari rimangono quattro fino alla fine, come dimostrato dalle varie immagini degli anni Trenta e perfino da un video col tram in corsa! Il tuo discorso è valido solo dal Rondò di Loreto a quello di Sesto (in cui un paio di alberi monumentali - lì e sul viale Marelli - sono sopravvissuti almeno fino agli anni Cinquanta).