MMMM wrote:Ti auguro di non ritrovarti mai in certe condizioni lavorative o di distanza lavoro casa, anche se per una settimana ti farebbe rendere conto di qual è la pessima realtà attuale.
Molto preoccupante sentire dire certe cose. La gente qui fa i conti sul filo di lana, e credo a nessuno piaccia farsi magari 1 ora di strada al mattino avere turni disumani (classici dei centri commerciali con magari 3/4 ore di pausa) e 1 ora la sera per tornare a casa. Risultato stai fuori casa un bel 12/14 ore per guadagnare un c... con relative gravi ripercussioni sulla vita famigliare e sociale.
Allora chiedi l'aumento, ribellati contro la tassazione eccessiva, preoccupati che il tipo di lavoro che viene svolto in Italia sia massimizzato nel valore aggiunto, trova il modo di ridurre i tuoi costi di produzione, ecc.. Tutta questa "freva" pauperistica è la causa pricipale di un certo declino.
Se stai fuori casa per 12/14 ore al giorno per guadagnare un c... sei tu (tu, in senso lato) ad averlo scelto, se lo fai vuol dire che sotto-sotto ti sta bene così. A te, ma a me interessa il bene comune E quello del singolo individuo, e non sta bene, perchè se guadagni un c... allora fai un lavoro poco remunerativo, con scarso valore aggiunto, con formazione deficitaria, lavori che l'Italia non si può permettere. E se riesci a vivere con uno stipendio del genere, al netto dei costi, vuol dire che fai concorrenza "sleale" e non ti attieni a regole di opportunità: conti solo tu e la società si fotta!
Certi lavori non valgono nulla, perchè nessuno è disposto a pagarli, e allora dobbiamo spendere soldi degli altri per mantenerli?
Dire:"è questa la pessima realtà", sono solo alibi, scuse facili per scaricare le colpe su altri: il destino, la società, i complotti, ecc.. Tutto è dovuto, ci sono solo diritti, nessun obbligo, nessun dovere.
La mia realtà, invece, è tale perchè ho scelto io che sia così. E nulla ti dice che "certe condizioni lavorative" io non le abbia vissute. Ma sono e restano un problema mio.