by serie1928 » Tue 12 December 2017; 11:18
Che Menghino e Leonardo siano una “banale” evoluzione dei treni M3 non risponde alla realtà: essi ne sono la “naturale” evoluzione in un campo dove le rivoluzioni durano decenni.
Nei Meneghino sono state usate soluzioni innovative, ma già note nei Revamping dei treni vecchi: porte ad azionamento elettrico, intercomunicazione tra le carrozze, climatizzazione; alle quali si sono aggiunte tutte le innovazioni di tipo trazionistico e di informativa di bordo. Fossimo passati dai treni M1 ai Menghino senza transizioni, questi ultimi sarebbero stati “rivoluzionari”.
Date le misure (altezza, larghezza, lunghezza, numero di carrozze, numero di porte, dimensioni delle cabine, ecc.) e rivolgendosi al medesimo costruttore che produce i treni da 50 anni, non ci si può aspettare di più, ne è necessario. Solo un altro costruttore, con diversa piattaforma industriale, avrebbe potuto innovare altro. Ma con quali costi? Ed a che pro?
I Leonardo, probabilmente, godono di una innovazione nei metodi di assemblaggio industiali, ed hanno per questo subito le modifiche necessarie per utilizzare tali macchinari, ma anche qui senza dover riprogettare tutto da capo, visto che la progettazione delle casse richiede investimenti notevoli in calcoli strutturali e prove di resistenza ed omologazioni, senza contare le prove di iscrizione nella sagoma limite.
Per quanto concerne i sedili, la risposta va ricercata, secondo me, nello spessore notevolmente maggiore che ha la parete (da cui presumo derivi la maggiore silenziosità dell’ambiente passeggeri). Questo maggiore spessore ha eliminato ogni possibilità di sagomare lo schienale, probabilmente perché non si è voluto avanzare il bordo della seduta di quei 4-5cm necessari. 4-5cm che sulla lunghezza del treno avrebbero fatto perdere alcune decine di passeggeri in capacità. Scelta discutibile, ma con una sua logica, se così fosse.
Abbiamo tutti fretta, e mai siamo puntuali!