Io invece non sarei per nulla d'accordo.
L'istituzione delle Province in Italia, come altrove ovunque esista un ente intermedio dello stesso tipo, non è una scelta dei comuni ma una scelta istituzionale.
Nel momento in cui (molti decenni fa) si decide di avere questo ente intermedio gli si assegnano competenze e le necessarie risorse, tramite trasferimenti e/o tramite autonomia fiscale.
Nel momento in cui, a mio avviso demagogicamente ma comunque legittimamente, si decide che questo ente non serve più, si riassegnano le competenze ad altro ente assieme alle risorse necessarie a svolgere le competenze, o comunque le risorse che si ritiene di potere sostenere.
La cosa che invece non funziona è questa sottospecie di riforma in cui le province non vengono abolite, viene abolito solo il controllo democratico sulle stesse che da enti di elezione diventano enti di nomina, e soprattutto le competenze non vengono chiaramene traferite ad altro ente, ma rimangono sostanzialmente in capo alle province demandando alle Regioni una parziale redistribuzione delle risorse, a questo punto potenzialmente diverse per ogni regione.
Nel frattempo si dà qualche forte botta alle risorse con una manovra che di fatto mette le province non più in condizione di garantire i servizi, senza che questi siano posti in capo ad altro ente. Questo modo di fare "va bene" solo se chi l'ha deciso ha deciso che si può fare a meno di fare girare gli autobus, di riasfaltare le strade che si sgretolano e di aggiustare i tetti delle scuole che fanno acqua con tutte le altre necessità dell'edilizia scolastica ma contemporaneamente ha deciso di nascondersi provando a scaricare su altri la responsabilità per le conseguenze.
Non mi associo a chi sembra fregarsi le mani di un simile sfascio istituzionale da cui non nasce nulla di buono.
E non sono neppure d'accordo sul fatto che gli enti intermedi possano essere una germinazione da accordi tra i comuni, anche con risorse dei comuni che d'ogni buon conto sono sempre risorse pubbliche. Se un ente intermedio serve lo si istituisce con regole certe. Di consorzi, consorzioetti coi loro CdA e di comunità montane, magari in pianura, ne abbiamo visti abbastanza, e tra l'altro l'aumento di questa zona grigia e senza controlli è proprio uno dei rischi dell'eliminazione o castrazione delle province.