by S-Bahn » Thu 21 December 2017; 0:16
Vero, ma in realtà è un gran pasticcio.
Gli 80 tram sono in realtà tram urbani, per quanto bidirezionali (i primi).
Per il servizio interurbano tipo la Seregno (che poi in realtà è un urbano a 20 Km da piazza Duomo) sono troppo corti, non hanno sufficiente capacità che non può essere supplita con la frequenza nella tratta a binario unico, ma messi in doppia sono troppo lunghi. Infatti in doppia vengono lunghi 55 metri e le fermate e i raddoppi della Seregno sono lunghi 40 metri.
Di questa questione pare che chi sa non lo dice o lo dice solo a chi fa finta di non sentire. Chi dovrebbe saperlo non lo sa o fa finta di non saperlo. Alla fine è toccato al comitato pro tram, a UTP e al rappresentante viaggiatori scrivere a tutti contemporaneamente dalla regione al costruttore passando per tutti gli enti in modo che nessuno poi potesse fare di finta di non sapere o nascondersi dietro al "non compete a me ma ad altri".
Ma questo a sua volta nasce da un altro pasticcio. Da accordo l'acquisto dei tram (da 35 metri, a specifica, che stanno dentro fermate e raddoppi da 40 metri) spetta al Comune di Milano, che non ha acquistato nulla e pare non intenda acquistare e finanziare nulla (a suo tempo, se ricordate, c'era stato per questa posizione del comune il tentativo di riciclare gli Eurotram).
Così ATM ha acquistato 80 mezzi urbani (che servono) che potrebbero andare sulla Seregno ma sono fuori specifica e sono troppo corti in singola e troppo lunghi in doppia.
Detto questo, sulla sorella Limbiate perché ATM oltre a sostituire la linea con i bus nei festivi (senza alcuna motivazione tecnica) da gennaio terminerà il servizio del tram non più il sabato sera ma il sabato mezzogiorno? E perché il Comune di Milano fa finta di non essersi nemmeno accorto (o forse non fa nemmeno finta, visto come ci tiene...)?
Poi è inutile blaterare sul tutto elettrico in futuro (ammesso che sia una scelta razionale) e poi togliere l'elettrico oggi esetente per mettere gli autobus.
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
indipendentemente da come finirà
Václav Havel