gabri mi tn wrote:chiaro, proprio per questo credo che le poche risorse che ci sono siano da destinare alla scuola pubblica che cade a pezzi, mentre la privata se la cava piuttosto bene già di suo
gabri mi tn wrote:certo, alcune private sono piene di bocciati che vanno lì per comprare la promozione, non solo quella dell'anno in corso, anche quella dell'anno passato appunto con il due anni in uno... mi chiedo come lo stato permetta questo
jumbo wrote:c'entra che se lo stato spende di più dei privati per offrire lo stesso servizio, lo stato spenderebbe meno se pagasse i privati per erogare lo stesso servizio in vece sua, o quanto meno se aumentasse la % di studenti nelle paritarie anche a costo di ripagare integralmente la retta alle famiglie.gabri mi tn wrote:certo, alcune private sono piene di bocciati che vanno lì per comprare la promozione, non solo quella dell'anno in corso, anche quella dell'anno passato appunto con il due anni in uno... mi chiedo come lo stato permetta questo
confondi le scuole private paritarie con le private privatistiche, che fanno anche quelle robe di due anni in uno e cose simili che non c'entrano niente con le paritarie.
jumbo wrote:a cosa curiosa è che questo avviene mentre le spese dello stato per studente nelle scuole direttamente gestite è parecchio maggiore della retta scolastica media delle scuole private.
S-Bahn wrote:La decisione se finanziare totalmente o quasi con soldi pubblici solo le statali e lasciare che le private si finanzino da sole al 100%, oppure no .... non è strettamente un problema di risorse ma nasconde una decisione che viene prima,
... in genere sulla questione buono/dote non si critica l'attuazione ma la stessa esistenza.
gabri mi tn wrote:Due esempio di paragone che posso fare: 1) Il parallelismo fra gli insegnamenti delle materie non più garantito. Infatti dato che da un paio di anni gli insegnanti non hanno più ore a disposizione (tassativamente vietate) gli incastri delle cattedre sono difficilissimi da gestire, ed ecco che se prima si poteva avere con più probabilità lo stesso insegnante per Italiano-Latino, Matematica-Fisica, Storia-Filosofia, ora è un'eccezione.
2) la continuità didattica: per lo stesso motivo del punto 1 ora gli insegnanti (specialmente quelli delle materia minori) si cambiano di anno in anno (fortunatamente non sempre)
Questi due esempi peggiorano nettamente la qualità dell'insegnamento, e solo per ragioni economiche. Non sono forse validi?
è anche vero che fino a quando questa maturità non sia stata acquisita e riconosciuta dalla società, sarebbe meglio tenere il profilo basso.
Questa non l'ho proprio capita. Quand'è che la società definisce la maturità di una persona?
sulla "qualità" hai, come studente, poco o nulla da pretendere, sempre IMHO.
Mi rifiuto di subire passivamente quello che mi viene proposto come mi viene proposto solo perché sono studente, è una posizione altamente menefreghista e che non si evolve di certo da adulti. Non siamo in un regime nel quale i superiori impongono un modello e chi lo deve seguire lo deve fare senza porre domande obiezioni o contestazioni. Mi rifiuto di vivere in questa maniera
serie1928 wrote:Questa non l'ho proprio capita. Quand'è che la società definisce la maturità di una persona?
Convenzionalmente era l'esame di maturità (non si chiamava così a caso), ora la si può definire alla fine del percorso educativo di 12-13 anni, comunque raggiunta la maggiore età. In pratica, quando delle scelte che facciamo ne subiamo ed accettiamo le conseguenze. Fin che si è a scuola ciò è solo parziale.
serie1928 wrote:Personalmente ritengo che il periodo scolastico vada abbreviato, raddoppiando le nozioni "utili" acquisite, ottenendo un essere umano che a 20-22 anni abbia la cultura che oggi ha un individuo a 30-35 anni.
serie1928 wrote:Possibilmente di natura razionale e tecnica. Questo comporta anche che a 15 anni si è pronti per lavorare (per almeno 50-60 anni) o scegliere una istruzione avanzata supplementare, e per avere piena cittadinanza (=maggiore età), con tutte le conseguenze. Altrimenti non c'è evoluzione. Purtroppo questo porta fatalmente alla esclusione di una buona fetta di individui dalle funzioni sociali superiori, e mi rendo conto che non sia del tutto accettabile. Per fortuna l'etica non è un concetto assoluto ed immutabile.
jumbo wrote:c'entra che se lo stato spende di più dei privati per offrire lo stesso servizio, lo stato spenderebbe meno se pagasse i privati per erogare lo stesso servizio in vece sua.
Federico_2 wrote:Come spieghi invece che il livello di preparazione degli studenti delle scuole private è mediamente superiore a quello degli studenti della statale? .
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