Davide wrote:E' già saturo, lo so bene. Bisognerebbe ripensare proprio l'edilizia a favore di un'ottimizzazione degli insediamenti, col conseguente abbandono di altri.. frutto di errori passati. So che è un discorso utopico e pressoché improponibile.. ma mi chiedo: l'ALER non aveva constatato la convenienza a una demolizione degli edifici in zona Lorenteggio, più ancora che a una loro ristrutturazione? Benissimo. Edilizia popolare (che non significa baracche in stile Argonne '40/'50) nelle aree "centrali" dismesse, su cui si può tranquillamente costruire, compattando l'insediamento. Al Lorenteggio ci metti un parco e non ci ricostruisci.
Il problema urbanistico non sono le case popolari di via Lorenteggio, che belle o brutte che siano stanno nella città densa, ma le villette e palazzine costruite nei comuni dell'hinterland in zone distanti dal trasporto pubblico.
La densificazione della città è una stupidaggine, perché la città di Milano è già troppo densa! Il problema è l'hinterland, dove abbiamo un'urbanizzazione più o meno densa (dovremmo forse densificare Sesto, o Bresso, o Rozzano?), ma sempre disordinata!
Quindi, più che di "densificazione", si dovrebbe parlare di "redistribuzione delle densità", che in pratica significherebbe abbattere gli insediamenti di villette e palazzine cresciuti disordinatamente, trasferendo la popolazione in quartieri coerentemente disegnati, e posti in luoghi convenienti a scala metropolitana (es. intorno alle stazioni delle linee S).
Chiaro che attuare un programma del genere, difficile ovunque, in Italia è del tutto impossibile. Ma noi siamo semplicioni, e confondiamo la costruzione di quattro grattacieli in aree già congestionate con la lotta allo sprawl.
Davide wrote:friedrichstrasse wrote:Il piano Albertini del 1933 prevedeva una Milano di 3.500.000 abitanti, che tradotto significa semplicemente che chiunque poteva costruire un condominio su qualunque terreno agricolo di sua proprietà. I piani del dopoguerra hanno semplicemente ridotto queste previsioni.
Attuando però tutto quanto non si aveva avuto il tempo di attuare in Epoca Fascista. Risultato? La Milano di oggi.
Neanche per sogno, le zone di ampliamento del piano Albertini sono quasi tutte irrealizzate, a parte qualcosina intorno a viale Espinasse e via Padova...