Cristian1989 wrote:L'appellativo Via/Viale/Corso è dato dalla lunghezza della strada, oppure dalla larghezza o peggio a random?
Nella nostra zona la toponimastica fu introdotta dagli austriaci, che distinguevano così:
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Corso per le strade radiali di grande traffico che conducevano alle porte (c. di Porta Venezia, c. di Porta Nuova, c. di Porta Romana...)
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Corsia, variante del Corso, per le radiali più interne, più strette (c. dei Servi, oggi corso Vittorio Emanuele; c. del Giardino, oggi via Manzoni). Durante l'800 le ex "corsie" sono state allargate così da renderle indistinguibili dai corsi.
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Contrada, per le altre vie carrozzabili ma meno importanti; solitamente prendevano il nome da un elemento importante del luogo, una chiesa, un palazzo...
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Vicolo, per le vie non carrozzabili.
Con la trasformazione delle mura in pubblici passeggi alberati, si introduce il viale. Il termine indicava una strada alberata, ma poiché le mura girano intorno alle città, la parola viale è passata a significare "strada di circonvallazione": viale Bligny non è un viale (non è alberato!) ma si chiama così perché segue le mura.
Con l'unità d'Italia la parola "contrada" viene sostituita da "via", termine più breve e pratico. Contemporaneamente si diffonde l'uso di dedicare le strade a personaggi o località importanti: così, ad esempio, la contrada di San Babila diventa via Monforte (poi corso quando viene aperta la porta nelle mura), e via così.
Attualmente l'uso è questo:
- Corso per i grandi assi radiali, centrali o semicentrali, spesso commerciali
- Viale per le strade anulari e le radiali più esterne (che erano viali extraurbani, vedi viale Monza)
- Via per tutto il resto.