by S-Bahn » Thu 05 March 2015; 18:06
Si parla correttamente di asse di simmetria rispetto al quale un orario simmetrico ha partenze e arrivi a un numero di minuti che è uguale rispetto all'asse, o più concretamente, rispetto ai minuti che sul quadrante dell'orologio incontrano l'asse. Così con simmetria 00/30 arrivi e partenze saranno simmetriche rispetto ai minuti 00 e 30. Ovviamente arrivo a 52 e partenza a 8 è simmetrico sia a 00 sia a 30 ma chiaramente prende il nodo che si costruisce attorno al minuto 00 piuttosto che al minuto 30.
Vale forse la pena ricordare che una asse di simmetria può essere costruito in qualunque modo ma solo un sistema che ha gli orari sullo stesso asse di simmetria ha coincidenze uguali sia all'andata sia al ritorno per tutti i casi in cui la coincidenza è possibile. Prima del riassetto per esempio, la Valtellina era decentemente cadenzata e girava su un asse di simmetria, peccato fosse l'asse 50/20 che non legava con nessuno. Era una non scelta che veniva semplicemente perché quando si è cadenzata la Milano-Lecco-Sondrio, una delle prime credo verso il 1980 o prima, non si avevano grandi concetti di sistema e una volta deciso l'orario di partenza da Milano, il ritorno veniva semplicemente dalla partenza dopo "adeguata" sosta al capolinea.
Per fare un orario non simmetrico non è nemmeno necessario che i tempi di percorrenza siano sensibilmente diversi tra andata e ritorno. Basta semplicemente non avere il concetto di simmetria e porre la partenza ad un minuto che, rispetto ad un dato asse di simmetria, non è simmetrico rispetto al minuto di arrivo.
E' una vaccata ma si può fare. Chi non ha chiaro il concetto, a partire da molti ferrovieri, pensa che la simmetria sia un inutile e fastidioso vincolo di origine accademica. In realtà è lo strumento per fare venire quante più coincidenze possibili e per non bruciare tracce, perché la verità è che un sistema disordinato e non simmetrico sfrutta generalmente peggio la capacità delle linee e dei nodi.
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
indipendentemente da come finirà
Václav Havel