by S-Bahn » Mon 18 May 2020; 17:36
Hanno anche demolito ma soprattutto l'emergenza covid è stata una grande occasione per portare avanti le politiche di distruzione del sistema.
I comitati hanno appena prodotto un comunicato a riguardo.
Al Presidente Fontana e all'Assessore Terzi
Abbiamo assistito, allibiti, all'audizione in commissione V dell’Amministratore Delegato di Trenord, avvenuta in data 14/05/2020, in cui si è illustrata la strategia dell’azienda ferroviaria per la fase “post-covid”.
Siamo rimasti sconcertati del fatto che l’obiettivo primario di Trenord sia quello di ridurre le corse, scritto chiaramente al primo punto di una delle slide presentate. La diminuzione delle corse in esercizio verrebbe compensata – sempre secondo il piano dell’azienda – dall'aumento della capacità del materiale. Tale affermazione risulta del tutto incoerente per diversi motivi:
• Su gran parte della rete primaria lombarda, le corse hanno già tutte (o quasi) raggiunto il livello di saturazione della capacità di trasporto per singolo treno, e spesso sono già al massimo della composizione ammessa dall'infrastruttura;
• Laddove ci sia la possibilità di incremento della capacità della singola corsa, ciò può avvenire solo nel caso in cui si abbia a disposizione materiale rotabile compatibile. Questo tuttavia al momento scarseggia, come sapete bene;
• Sulle linee con minor traffico, la diminuzione di frequenza di servizi già poco frequenti, porterebbe inevitabilmente ad innescare quella spirale di disincentivazione dell’utenza per mancanza di servizio con conseguente ulteriore difficoltà di sostentamento in termini economici. Questo purtroppo è già accaduto nei decenni scorsi portando alla chiusura di molte linee (cd “rami secchi”) che oggi rimpiangiamo.
Tutto ciò, ovviamente, a discapito di quella logica di sistema che, faticosamente, la vostra (e nostra) Regione Lombardia aveva costruito negli anni e che stava dando frutto. Rimodulare gli orari, spostare i capolinea, diminuire le corse, significa infatti non solo distruggere il cadenzamento e le coincidenze ma anche quella facilità di utilizzo del sistema, basato su linee ed orari (quasi) certi che sino ad ora consentiva ai cittadini lombardi di fare affidamento sul treno per i propri spostamenti.
E’ sin troppo evidente che le azioni che Trenord dichiara di voler mettere in atto per fronteggiare l’emergenza hanno ben poco a che fare con l’obiettivo di salvaguardare gli interessi dei cittadini, ma rispondono al solo scopo di recuperare quelle risorse di personale che, nonostante le dichiarazioni rassicuranti da parte della dirigenza, in Trenord continuano a scarseggiare.
L’intenzione di “assicurare il 100%” dei posti offerti risponde anch'essa ad una errata logica di razionalizzazione, che punta non a fornire il servizio quando serve all'utenza (che ha bisogno del treno anche nelle ore di mezza punta e di morbida, specie nella logica di dilazionare gli orari), ma quando fa comodo alle linee aziendali (e politiche). Questo in palese contrasto con quanto richiesto, sia dal Presidente Fontana che dall'Assessore Terzi, in tema di scaglionamento dell’orario di lavoro. Come è possibile riconfigurare gli orari di entrata e uscita dagli uffici, dai negozi, dalla scuola e dall'università se poi non vengono garantiti treni in fascia di morbida?
L’inefficacia organizzativa e il fatto che non vi sia una precisa volontà di adeguare il servizio alla “Fase 2” è comprovata anche dal fatto che, a distanza di ormai due settimane dalla ripartenza, continuano a scarseggiare le dotazioni di prevenzione sanitaria e le indicazioni su alcuni treni e in molte stazioni.
Mentre le strade sono ormai praticamente già piene - indice che la gente ha già ricominciato a spostarsi preferenzialmente con l’auto - nulla invece è stato detto in audizione, da parte di Trenord, a proposito di come ricostruire il rapporto di fiducia dei viaggiatori e dei pendolari in modo che questi tornino a salire sui treni. Forse perché essa dipende troppo da quelle caratteristiche del servizio che, nonostante le dichiarazioni rassicuranti, il gestore ferroviario non è in grado di assicurare, a partire dal ripristino del 100% delle corse, ma anche e soprattutto dall'affidabilità, che anche in questi primi giorni di ripresa lascia molto a desiderare, nonostante i pochi treni in circolazione.
Con questa lettera chiediamo a voi, in qualità di Presidente, Assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile e Consiglieri Regionali di Regione Lombardia, se è questa la vostra visione di servizio ferroviario regionale, dove l’offerta viene costruita sulla base di interessi aziendali e non basandosi sulle necessità dei cittadini lombardi. L’emergenza data dal Coronavirus passerà, ma gli effetti di scellerate decisioni sul servizio ferroviario regionale rischiano di rimanere per anni.
Augurandoci di poter presto avere un confronto diretto con voi su questi temi, porgiamo cordiali saluti.
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
indipendentemente da come finirà
Václav Havel