È in corso una raccolta di firme per indire un referendum ("Volksentscheid Fahrrad") per proporre ufficialmente questa legge.
La Lega dei Passeggeri Berlinesi (IGEB, in pratica la lobby dei pro-tram) rilascia questo comunicato stampa. La traduzione è mia, idem le note in rosso.
Salutiamo con piacere il referendum sulle biciclette, però i pedoni o gli utenti del TPL farebbero meglio a non firmarlo. Perché? Ecco i punti critici principali:
1. Percorsi ciclabili sicuri, incroci sicuri, rimozione dei punti errati e più spazi per le bici alle fermate del TPL – lo chiede il referendum e noi dell'IGEB ovviamente siamo d'accordo.
Tuttavia è dubbio quando questi obiettivi potranno essere concretamente raggiunti: entro il 2025 almeno 50 km di nuove strade ciclabili all'anno, 75 incroci pericolosi ridisegnati all'anno, e complessivamente 100.000 nuovi stalli ciclistici alle fermate del TPL.
Perché non va bene? Perché una legge non può prescrivere obiettivi così dettagliati, senza prevedere possibilità di ripensamenti o di modifiche al programma.
2. Il progetto di legge reintroduce i vecchi principi della città moderna, ad esempio percorsi ciclabili rapidi e semafori sincronizzati.
I percorsi ciclabili rapidi sono un errore per le città, tanto quanto le autostrade urbane. Si veda la proposta di un percorso ciclabile sul sedime dell'ex ferrovia per Potsdam, che ne impedirebbe una futura riattivazione.
Anche la sincronizzazione semaforica sarebbe negativa per pedoni, autobus e tram. Il TPL berlinese rischia di diventare ancora più lento!
3. Costituisce un problema anche la prescrizione di piste ciclabili larghe almeno 2 metri (!) su ogni strada importante. Questo renderà ancora più difficile la creazione di corsie riservate e impedirà la creazione di fermate a penisola per il TPL. (si veda il disastro di Steglitz, già illustrato qui)
Le strade di grande traffico dovrebbero essere ridisegnate secondo il modello dello shared space, con tutti gli utenti che condividono gli stessi spazi. Strade con aree separate per automobili, ciclisti, autobus e pedoni non appartengono all'urbanistica del futuro. (C'è bisogno di commentare queste idee deliranti?)
4. Una legge sul trasporto ciclistico sarebbe un passo indietro rispetto a una pianificazione integrata del traffico urbano. Tutto andrebbe progettato unitariamente, e non solo le biciclette hanno delle necessità, ma anche i pedoni, i tram e gli autobus. (Le automobili e le metropolitane invece possono andare a quel paese) Un mezzo di trasporto non è mai più importante degli altri.
Per questi motivi l'IGEB, nonostante i molti aspetti positivi del disegno di legge, non ritiene di poterlo sostenere.
Christfried Tschepe (Vorsitzender IGEB e.V.), Jens Wieseke (stv. Vorsitzender), Matthias Gibtner (stv. Vorsitzender)
http://www.igeb.org/pressedienst