by LUCATRAMIL » Mon 18 November 2013; 14:50
Forse estremizzo, ma questa idolatria dell'"assenza di rotture di carico" mi pare un po' forzata. La rottura di carico la sente, innazitutto, quel fantomatico passeggero che va da capolinea a capolinea. Nella relatà ci sono persone che magari usano il mezzo per alcune fermate prima o dopo il punto della rottura di carico, ed altre invece che usano il mezzo a cavallo di tale punto.
Quindi, non è detto che se spezzo in due una tratta, scontento tutti e tre i passeggieri-tipo che la percorrono: magari uno solo ne è colpito.
Chiaramente, l'ottica è diversa tra linee in territorio extraurbano, dove la percorrenza delle tratte da parte dei passeggeri è più lunga e linee urbane.
In città abbiamo visto che linee lunghe rischiano maggiori intralci e ritardi: pertanto l'ideale sarebbe di avere linee brevi con interscambi (rotture di carico) fatti bene. Se uno deve scendere da un mezzo ma arriva subito l'altro, vi assicuro che non è un problema. Senza il distanziamento magari uno fa anche la corsetta e prende il tram davanti, così fa un po' di movimento. Il dramma è aspettare dai 7' in su: ti sembra un'eternità anche se, di fatto, son pochi (ne è un esempio la differenza che si sente tra l'attesa del M in settimana e l'attesa serale o alla domenica: sembra che non arrivi mai!).
Intendo quindi dire che fare delle rotture di carico gestite bene può anche essere favorevole al servizio, se la gente si rende conto che le linee corte hanno meno intralci e l'attesa è ragionevole.
Infatti ci sono tizi che fanno il giro di Milano col metrò (con relative rotture di carico) , credendo di fare prima di una unica tratta di superficie, magari priva di rotture di carico. Dunque, la rottura di carico non è il babau dei trasporti.
Analogamente, alle condizioni suddette, vedo poco problematica la rottura di carico nel confine tra linee urbane ed extraurbane.
In Tram we trust.
"L'attesa della pizza é essa stessa una pizza" (Lucatramil, 2013)
Comprate europeo!