Il nostro Gabri Mi Tn, fosse stato un figlio di immigrati, non avrebbe quindi potuto essere consigliere comunale, un pio di anni fa, dato che non avrebbe potuto chiedere la cittadinanza.
Avrebbe dovuto richiederla e ottenerla nel giro di meno di cinque giorni.
E io ora non avrei le nuove paline dei bus sotto casa.
friedrichstrasse wrote:Sì, ma questo vale per gli immigrati.
Per i loro figli, nati in Italia, di fatto non esiste nessun percorso di integrazione possibile, perché sono nati qui e pertanto hanno di fatto un legame con questi luoghi.
D'altra parte però sono italiani, ma "diversi"; e sono diversianche dai compaesani rimasti nel loro paese...
Insomma, un gran quarantotto, che purtroppo peggiora col tempo, con l'integrazione e con le generazioni.
Esatto.
I figli dei baristi (Cinesi) miei vicini sono nati qui, studiano qui, hanno amici qui (Italiani e tutto ciò che offre la zona) avranno visto Shanghai si e no un paio di mesi in quattordici anni. Hanno pure i nomi italiani.
Stesso discorso per un animatore Albanese dell'oratorio sotto casa. Ora sta dando la maturità. Di andare in Albania non ne ha la minima intenzione, se dovesse lasciare l'Italia sarebbe per fare un percorso simile a tanti ragazzi Italiani in cerca di sbocchi migliori di quelli che offre il nostro Paese.
S-Bahn wrote:Peraltro non illudiamoci che una cittadinanza, ammesso che sia così tanto desiderata, aiuti l'integrazione.
In Germania, Inghilterra e soprattutto in Francia il terrorismo islamico arruola individui di seconda e terza generazione, con tanto di cittadinanza locale.
Questo è dovuto più a un "vuoto" sociale di cui sono vittime. Senza attribuire responsabilità di sorta (è la società che li emargina, o le loro comunità sono eccessivamente chiuse, con la conseguenza di "autoemarginarsi"?).
E un vuoto prima o poi viene riempito.
Gang di latinos mostrano una tendenza preoccupante, nonostante siano culturalmente non troppo distanti da noi.
Probabilmente fra qualche tempo succederà di incazzarsi pure ai Filippini, se resteranno un popolo di domestiche, colf e fattorini.
Poi si parla sempre di una minoranza di individui rispetto alle loro comunità.
Se non sbaglio sono successe cose simili nelle comunità italiane in U.S.A., alcuni decenni fa.
Abbiamo esportato manovalanza e malavita.
Ma anche politici illustri, attori, cantanti, sportivi, inventori, dirigenti d'azienda, eroi di guerra...
Se continuiamo a giudicare intere etnie dal comportamento delle mele marce non ne usciamo più.
P.S.: Hitler era Austriaco, Stalin Georgiano. Il "mondo civile" avrebbe dovuto cancellare questi Paesi dal pianeta?