Il protocollo di Kyoto

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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Tue 02 February 2010; 0:23

No.
Ma è proprio questo il punto. Gli sforzi servono qualcosa o no? Il fatto che in 100 anni la temperatura media sia aumentata di 0,75° è indiscutibile, ed è avvenuto con una certa accelerazione negli ultimi decenni.

Io però stavo dicendo un'altra cosa. Se si prende sul serio la vicende dell'inquinamento e dei consumi (anche a prescindere totalmente dall'effetto serra) e se quindi si vuole intervenire, ma per nostri polmoni, non per il clima, non è che si debbano fare cose tanto diverse o meno impegnative e costose di quelle previste dal protocollo di Kyoto.

Se invece non si vuole fare nulla, perchè è impegnativo e tanto non serve, di conseguenza non si fa nulla di rilevante su consumi e inquinamento (e per i nostri polmoni). Dire il contrario (non faccio nulla di quanto previsto per Kyoto ma riduco consumi e inquinamento) è incongruente e contraddittorio.

Non so se mi si piega... hops! non so se mi spiego.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Tue 02 February 2010; 0:53

Bene. Il rispetto dei paramatri di Kyoto consentirebbe, a detta degli estensori di detto protocollo, una riduzione dell'incremento della temperatura di ben 0,04 - 0,07 °C nel 2100. Ovvero, si rimanderebbe a tale anno la situazione prevista più o meno nel 2093 - 95. Di fatto, nessuna delle Nazioni che ha firmato e ratificato il protocollo riuscirà a rispettarlo.
Ora, spendere miliardi di euro per inseguire una chimera mi pare assurdo, molto assurdo.
Se invece di buttare un oceano di denaro nella favola dell'idrogeno, se ne investisse un decimo di detto oceano nel TPL, otterremmo un miglioramento dell'ambiente senza preoccuparci della farsa di Kyoto.
Se invece di buttare soldi a organizzare la conferenza di Copenhagen, si investisse la stessa cifra in un programma di profilassi antimalarica in Africa, si salverebbero SUBITO molte più vite.
A proposito di Copenhagen, me li immagino, i vari capi di stato e i vari esperti a cianciare di global warming con un freddo barbino, e dover abbandonare i lavori in anticipo per non rischiare di trovare gli aeroporti chiusi per neve & ghiaccio (Obama), e dover fronteggiare un'ondata di gelo che ha surgelato mezza Europa.
"global warming"...... :lol:
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Tue 02 February 2010; 1:07

Premesso che ho non grossi, ma enormi dubbi sulla vicenda del global warming, sono perfettamente d'accordo che invece di inventarsi l'acqua calda si dovrebbe investire sul TPL.
Ma questa cosa la diciamo io, tu e pochi altri. Non mi sembra sia uscito nemmeno il nome "trasporto pubblico" da oltre mezz'ora di servizio della cnn, Anzi, è uscita la pubblicità ad un'auto... :mrgreen:

Però, i detrattori di Kyoto dovrebbero decidersi se questo protocollo non va bene perchè è troppo lasco o troppo rigido.
Come la vicenda dell'ecopass. "Non serve a nulla, di cosa vuoi che riduca l'inquinamento?" Allora allarghiamolo... "Ah no! Va tolto". Allora, decidiamoci...
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby trambvs » Tue 02 February 2010; 14:29

S-Bahn wrote:Se si prende sul serio la vicende dell'inquinamento e dei consumi (anche a prescindere totalmente dall'effetto serra) e se quindi si vuole intervenire, ma per nostri polmoni, non per il clima, non è che si debbano fare cose tanto diverse o meno impegnative e costose di quelle previste dal protocollo di Kyoto.


:clap:
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Tue 02 February 2010; 17:21

Non c'entra con Kyoto, ma con la (pseudo) difesa dell'ambiente: http://www.e-gazette.it/index.asp?npu=79&pagina=1
Dopo averlo bandito e sostituito con altre sostanze, meno efficaci e spesso più pericolose durante la loro dispersione, torna una vecchia conoscenza, col placet dell' OMS.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Tue 02 February 2010; 21:37

Tra le varie notizie accodate immagino che intendessi il DDT.

Efficace, di certo, meno tossico di altre cose, può darsi, ma ce la ricordiamo la vicenda di questo insetticida?
Era stato bandito dopo che era stato trovato in quantità non trascurabili nei tessuti adiposi degli animali che vivono al polo nord, quindi lontanissimo dai luoghi di dispersione.
Questo significa che è un prodotto di sintesi che si accumula e non si smaltisce.

Oggi viene dato nuovamente il via all'uso, ma le sue doti migliori sono dovute al fatto che per 40 anni non è stato più utilizzato. Quindi da una parte per ora non c'è accumulo, ma ci sarà di nuovo fra pochi anni se l'uso ridiventa massiccio, e dall'altra è molto efficace, ma solo perchè gli insetti non ne vengono a contatto, e quindi non hanno sviluppato resistenze, da quaranta anni.
In breve, il DDT è bello oggi, proprio perché non l'abbiamo usato ieri e l'altro ieri, e questa prudenza permette di avere oggi un'arma efficace e non spuntata contro la malaria.

Detto questo, magari ci sta che nel bilancio tra vantaggi e svantaggi venga riammesso all'uso ma, come diresti tu, non vorrei che passasse il semplicistico concetto che chi vuole proibire qualche sostanza è sempre un fanatico imbecille e per fortuna ci sono i revisionisti dell'ambientalismo che ci salvano dai pazzi.
Tanto pazzi che oggi il DDT l'hanno riammesso con diverse cautele (parrebbe per l'utilizzo solo in ambienti chiusi), segno che qualche problema forse non se l'erano semplicemente sognato, questi pseudoambientalisti.
Per inciso, freni e frizioni funzionavano meglio con l'amianto. Quando ho avuto auto con frizioni sinterizzate, ho cominciato a sentire che "strappavano" un po'....
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Wed 03 February 2010; 0:24

Mi riferisco proprio al DDT:
........Il DDT non è particolarmente tossico nei confronti degli esseri umani se confrontato con altri fitofarmaci e, finora, non è stata scoperta alcuna proprietà cancerogena. A tal proposito, sono stati condotti numerosi studi, incluso uno nel quale alcune persone hanno volontariamente ingerito 35 mg di DDT al giorno per quasi due anni. Il DDT era spesso applicato direttamente sui vestiti e usato nei saponi, senza che sia stato dimostrato alcun effetto sulla salute..........
........ Charles Wurster, capo scienziato dell'Environmental Defense Fund, dichiarò al Seattle Times del 5 ottobre 1969 che "se gli ambientalisti vincono la battaglia sul DDT, acquisiranno un livello di autorevolezza mai avuto prima. In un certo senso, c'è in gioco qualcosa di più del solo DDT." (Tren & Bate, 2004). Tuttavia, l'immaturità degli studi scientifici sul tema al tempo della scrittura di Silent Spring, rende molti degli allarmi sollevati nel libro scientificamente inaccurati. Uno studio del 2004 del Journal of American Physicians and Surgeons arriva a dire che "la pressione dell'opinione pubblica fu prodotta da un libro di successo e mantenuta attraverso ricerche errate o fraudolente. La cancerogenicità, la tossicità per gli uccelli, gli effetti anti-androgeni e la prolungata persistenza ambientale sono convinzioni diffuse ma false o grossolanamente esagerate.".......
Ovvio che qualcosa sia cambiato, oggi, nell'utilizzo di tale sostanza:
Oggi (2005), il DDT continua ad essere impiegato in nazioni (principalmente tropicali) in cui la malaria diffusa dalle zanzare ed il tifo sono problemi ben più gravi ed immediati della potenziale tossicità del DDT. L'uso del DDT per la salute pubblica consiste principalmente di irrorazioni mirate ed inclusione in prodotti per l'uso domestico; questo riduce ampiamente l'impatto ambientale rispetto all'uso diffuso in agricoltura fatto nei decenni precedenti. Si pensi ad esempio che l'intera quantità di DDT usata oggi nello stato della Guyana (215 000 km²) è circa uguale a quanto se ne irrorava nei decenni precedenti in una singola stagione su un campo di 4 km² seminato a cotone.

Si impara con l'esperienza: l'uso eccessivamente "allegro" del passato era potenzialmente pericoloso. Solo che, invece di provare ad utilizzarlo in modo più mirato in passato, si preferì demonizzarlo e bandirlo. I costi in vite umane, dovute sia a una recrudescenza della malaria che ne è conseguita, sia a coloro che rimasero intossicati utilizzando altri fitofarmaci che richiedevano maggiori cautele nella loro manipolazione, si sarebbero potuti evitare semplicemente utilizzando il DDT come viene utilizzato oggi.
Ma tanto, di malaria muoiono soltanto dei poveri cristi nei Paesi del terzo mondo.......
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Wed 03 February 2010; 1:45

Facile però recitare la parte di quelli che sanno tutto, ma 40 anni dopo...
Senza nessun allarme su DDT credi che ci sarebbe l'uso mirato e prudente che si fa oggi? E anche se alla fine si sarebbe arrivati a questo (tutto da dimostrare) quanto DDT ci sarebbe in circolazione?

Abbiamo comunque capito che ti diverti a fare la parte del provocatore, ma lo fai a cose concluse (DDT) o non dimostrabili (effetto della CO2 sul riscaldamento).

Sarebbe magari anche interessante discutere sui biocarburanti.
Sono una occasione di sviluppo per l'agricoltura del terzo mondo, o semplicemente li stiamo affamando perchè si sono messi a fare diesel biologico invece del pane?
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby Trullo » Wed 03 February 2010; 10:10

La seconda che hai detto, purtroppo :wall:
"Il comunismo ha sbagliato, ma non era sbagliato.“ (Rossana Rossanda)
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby trambvs » Wed 03 February 2010; 10:46

^^
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Wed 03 February 2010; 12:50

Sono dello stesso parere di Trullo. Usare il territorio per produrre "biodiesel" o alcool per autotrazione è uno spreco e un crimine contro l'umanità, perlomeno quella che patisce la fame.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Thu 04 February 2010; 2:23

Tendo a pensarla così anch'io. A meno che, in via potenzialmente teorica, questo alla lunga comporti un aumento del reddito nelle zone dove ci sono queste coltivazioni, e questo farebbe solo bene.

Sono il primo io a non crederci... ma magari fra 30 anni si dimostra il contrario, perchè potenzialmente esiste un effetto di sviluppo dell'agricoltura, della distillazione/trasformazione e del trasporto.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Thu 04 February 2010; 15:36

Sviluppo dell'agricoltura? anche se coltivi quei campi per destinarne i prodotti all'alimentazione. Non dicono che il terreno destinato al biodiesel è incolto. Stesso discorso per il trasporto del raccolto. Al limite mancherebbe la trasformazione.
Ma se anche venissero sfruttati i terreni incolti, temo che, data la probabile maggior redditività delle colture per biocarburanti, molti agricoltori si orienterebbero verso quei prodotti, abbandonando le colture tradizionali. Ciò avrebbe un effetto devastante sui prezzi dei prodotti alimentari (anche di origine animale, dato che gli allevamenti avrebbero a loro volta aumenti di prezzo sul foraggio), quindi sull'economia mondiale, per non parlare del problema della fame.
Infine, ci sarebbe pure il problema dell'acqua, dato che per produrre un solo litro di biodiesel sono necessari, se ricordo bene alcuni dati, ben cinquemila litri di acqua.
Quando dico che le risorse che abbiamo dovremmo gestirle meglio, anziché buttarle nella ricerca di soluzioni al global warming, mi riferisco proprio a stronzate come le sperimentazioni e le ricerche per produrre (pseudo)biocarburanti.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby friedrichstrasse » Wed 07 December 2011; 20:34

Una notizia cattiva e una buona :!:

Quella cattiva è che il vertice di Durban è fallito :evil:

Quella buona è qui sotto :divano:

Anche in Italia clienti attenti ai materiali, specie le donne :P
Sex toys ecosostenibili
La frontiera «verde» del sesso

Manette di plastica riciclata, falli di legno certificato, vibratori a energia solare e preservativi vegani


MILANO - Manette di plastica riciclata, falli di legno provenienti da forereste certificate e vibratori dalle pile ricaricabili o che funzionano ad energia solare. È questa la prima linea di giochi erotici americana per rendere il sesso ecosostenibile. Strumenti di piacere a zero impatto ambientale, chiamati ecorotic e acquistabili online a partire da un dollaro per il preservativo vegano che non contiene il latte come la maggior parte dei profilattici, fino ai 232 dollari di Vanity Bunny, coniglietto viola in silicone naturale con stazione di ricarica a induzione. :o

I PIÙ VENDUTI - Tra i prodotti più venduti, oltre agli anticoncezionali adatti ai vegetariani, gli oli, i lubrificanti e le polveri per il corpo che non tengono sostanze chimiche derivanti dal petrolio e cercano alternative più sicure come ingredienti organici e naturali, prodotti negli Stati Uniti, la maggior parte nella baia di San Francisco, per limitare anche l’impronta di carbonio. :oops:

SETTORE - Un settore, quello dei giochi per adulti, che in tema di ambiente cerca di muovere i suoi passi verso la giusta direzione. Tra questi, per ridurre gli sprechi ed eliminare le batterie usa e getta, la dotazione ai vibratori di quelle ricaricabili oppure la riproposizione dei giocattoli vibranti «vecchia scuola» con filo elettrico che, secondo gli esperti del settore, durano anche molti anni in più rispetto a quelli a pile. Scrupolosa attenzione, poi, per la scelta dei materiali utilizzati per la collezione, tutti testati per salvare anche il corpo oltre al pianeta, come il vetro sostenibile, i legni, i metalli e il silicone certificato. O la plastica riciclata, usata per le palline cinesi o il pvc per i corsetti vibranti. Nessuno di questi giocattoli verdi, del resto, contiene ftalati, addolcitori della plastica spesso collegati al cancro e al danneggiamento dello sperma. Oltre ai materiali, per mantenere le operazioni il più verde possibile, anche l’assenza di sostanze provenienti da animali e imballaggi dei prodotti totalmente riciclabili. Ma anche ricerca scientifica condotta da medici con dottorato in sessuologia, Carol Queen e Charlie Glickman, che si aggiornano in maniera costante per combinare salute ed educazione sessuale, eco sostenibilità e piacere. :idea:

CLIENTELA - «Anche in Italia», afferma Corrado Parisi, proprietario del sex shopErotika in via Melzo a Milano, «i clienti sono più attenti alle nuove tecnologie. Infatti, richiedono molto i vibratori che si ricaricano come i cellulari e i prodotti anallergici, in lattice e avs naturale. Del resto», conclude Parisi, «negli ultimi anni è anche incrementata la frequenza nei sex shop della clientela femminile. E, soprattutto per quello che riguarda l’attenzione per l’aspetto salutare di questi giocattoli, le donne sono molto più attente rispetto agli uomini. Oltre che ai materiali impiegati, infatti, è anche importante trattare questi oggetti con la giusta attenzione. Lavandoli con saponi naturali, alla fine di ogni rapporto». :wink:

IMPATTO ZERO - Oltre al settore dell’oggettistica e dei gadget, anche quello del porno sembra essere molto attento alla salvaguardia ambientale. «Noi non inquiniamo al 100%», dice il pornoattore Rocco Siffredi. «Sui set, infatti, lavoriamo solo con i nostri corpi. Per quanto riguarda il settore dei giochi erotici», conclude Siffredi, «l’importante è che non danneggino il corpo e la persona. Le ultime ricerche sono molto impegnate per cercare materiali che al tatto sembrino pelle vere. Prodotti realistici piuttosto che meno inquinanti». :D

Carlotta Clerici


http://www.corriere.it/ambiente/11_dicembre_07/ecosostenibili-clerici_57c7c284-20be-11e1-80f3-2318928b83f9.shtml
Viva il tram moderno

BASTA CENSURE!!!
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Thu 21 February 2013; 14:58

Riesumo l'argomento, mi pare inevitabile
Il guru ambientalista fa marcia indietro

James Lovelock è un chimico britannico, scienziato indipendente, scrittore e ricercatore da sempre ambientalista, da sempre convinto delle responsabilità umane nei cambiamenti climatici. E’ l’autore della nota “teoria di Gaia” con la quale per primo ha descritto il pianeta Terra, con tutte le sue funzioni, come un unico superorganismo.
......“proprio io, scienziati anticonformista sdiventato un guru dei movimenti ambientalisti, devo riconoscere di esser stato troppo allarmista sul cambiamento climatico.....Sto scrivendo un libro in cui spiego che i cambiamenti climatici in atto non sono così rapidi come si pensasse, e che probabilmente sono del tutto naturali......Dal 2000, le temperature del pianeta non sono più aumentate. Dodici anni sono un tempo ragionevole, e se le temperature sono rimaste costanti in ben 12 anni, proprio quando dovevano aumentare secondo ogni previsione, e con un continuo aumento delle emissioni di gas serra, beh a questo punto non possiamo più avere dubbi su come stanno le cose“.

Dobbiamo inventarci un'altra fine del mondo! :mrgreen:
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