Sono comunque situazioni microcliamtiche che con la tendenza del pianeta possono coincidere o variare parecchio, non fanno testo. Così come non fanno testo le testimonianze personali.
Oggi con i satelliti possiamo misurare la temperatura al suolo con una risoluzione molto fine, ma prima dei satelliti? Come si faceva a misurare la temperatura del globo? Mediante singole misurazioni in punti predeterminati integrando matematicamente da essi la situazione generale secondo modelli più o meno accurati.
Anche se i dati fossero accurati (e non lo sono) dire che il pianeta si riscalda è un fatto misurabile, ma dire che le cause sono antropiche o altro è ben altra cosa.
Anche se fosse antropico il riscaldamento, è ipocrita pensare che non facendo quello che si sta facendo si possa riportare il clima a condizioni anteriori: non è possibile, il clima è un algoritmo monodirezionale, che non conosciamo, e non possiamo prevederne l'evoluzione. Lo facciamo in base a pochi parametri, inseriti in modelli matematici, ottenendo delle previsioni che nella milgiore delle ipotesi hanno una accuratezza dello zero-punto-zero-qualcosina. Per assurdo il tentativo di limitare le emissioni potrebbe squilibrare il clima in maniera molto maggiore che non proseguire nella tendenza in atto.
L'arroganza dell'essere umano è duplice: da una parte pensa di poter fare con le risorse naturali quello che vuole, dall'altro pensa che modificando i suoi comportamenti possa influenzare il clima.
L'impronta "zero" non esiste, e non è giusto perseguirla. E' la utopia del 21°secolo, quella ambientalista, che ha sostituito nelle politiche la utopia precedente: il comunismo. Paragone eccessivo? No, entrambe prescindono dall'essere umano come individuo e pensano di peterni determinare il comportamento. In realtà tutte le utopie hanno questi due punti in comune