Il protocollo di Kyoto

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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby jumbo » Mon 19 February 2018; 20:03

L'articolo sui ghiacci scandinavi è molto datato, mi pare che ora anch'essi si siano uniti al trend degli altri, e anche 20 anni fa ai tempi di quell'articolo si trattava di un modesto aumento di una minoranza di ghiacciai, a fronte di una conclamata riduzione della maggioranza.
Per quanto riguarda altri ghiacciai extrapolari, è vero che quelli monitorati sono solo una parte, ma anche per quelli non monitorati la documentazione fotografica testimonia un ritiro. Certo in modo qualitativo e non misurato, ma comunque un ritiro.

Le tue considerazioni poi sui disastri naturali sono condivisibili, ma l'esistenza di quel tipo di problema, non significa che il problema del cambiamento climatico non esista.

L'alterazione della concentrazione di CO2 è risibile rispetto alla concentrazione dell'atmosfera? Per fortuna, altrimenti avremmo le condizioni climatiche di Venere.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Tue 20 February 2018; 0:36

jumbo wrote:Le tue considerazioni poi sui disastri naturali sono condivisibili, ma l'esistenza di quel tipo di problema, non significa che il problema del cambiamento climatico non esista.



È questo il punto.
C'è un cambiamento climatico
Oppure il "cambiamento climatico" è una condizione di "normalità"?
Ovvero, abbiamo deciso che un certo clima sia l'optimum, la "norma" e qualsiasi variazione sia da considerarsi "anomalia" e, naturalmente, ci deve essere lo zampino della cattiva specie umana.
Mentre il clima cambia, come sempre ha fatto nel corso dei secoli, dei millenni, degli evi storici e delle ere geologiche, senza che nessun abitante del pianeta abbia mai avuto nessun ruolo attivo.
Forse, ma solo forse, abbiamo dato un contributo all'ultimo cambiamento climatico, iniziato con la fine della piccola era glaciale.
Nello stesso periodo iniziò la rivoluzione industriale, con tutto ciò che questa ha comportato a livello di inquinamento, ma credo che l'errore sia dimenticarsi che la rivoluzione industriale ebbe inizio grazie alla fine della piccola glaciazione; ovvero, prima il clima ha cominciato a scaldarsi, poi la civiltà si è industrializzata.

jumbo wrote:L'alterazione della concentrazione di CO2 è risibile rispetto alla concentrazione dell'atmosfera? Per fortuna, altrimenti avremmo le condizioni climatiche di Venere.

Non esageriamo.
Venere ha piccoli problemi che a noi mancano:
Campo magnetico debole.
Rotazione retrograda (da est a ovest) con durata del giorno venusiano pari a quasi 120 terrestri.
Aria pesante (circa 92 atmosfere).
Se non ci si fa caso, non è poi tanto male, anche se un po' caldo... :mrgreen:
jumbo wrote:L'articolo sui ghiacci scandinavi è molto datato, mi pare che ora anch'essi si siano uniti al trend degli altri, e anche 20 anni fa ai tempi di quell'articolo si trattava di un modesto aumento di una minoranza di ghiacciai, a fronte di una conclamata riduzione della maggioranza.
Per quanto riguarda altri ghiacciai extrapolari, è vero che quelli monitorati sono solo una parte, ma anche per quelli non monitorati la documentazione fotografica testimonia un ritiro. Certo in modo qualitativo e non misurato, ma comunque un ritiro.



Quindi siamo in presenza di un "ritiro moderato"dei ghiacciai extrapolari che, insieme ai ghiacci artici costituiscono grossomodo il 6% del ghiaccio del pianeta, mentre l'antartico (ovvero il 90%) è sostanzialmente stabile (anzi, per la verità sta lentamente raffreddandosi).
Un inequivocabile sintomo di un inarrestabile, apocalittico e catastrofico riscaldamento globale, naturalmente "antropico".
Permetti, ma rimango scettico.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby jumbo » Tue 20 February 2018; 11:13

il ritiro dei ghiacci extrapolari è tutt'altro che moderato.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Tue 20 February 2018; 12:08

Davvero esiste una differenza nel riscaldamento tra l'emisfero settentrionale e quello meridionale? In particolare ai poli?
Sarebbe interessante cercare di capire i motivi di questa non simmetria di comportamento.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Tue 20 February 2018; 12:30

La massa di ghiaccio antartico genera di suo una circolazione atmosferica ancora al di là della comprensione di glaciologi, meteorologi e climatolologi.
E questo condiziona (mai termine fu più adeguato! :mrgreen: ) fortemente la circolazione atmosferica di tutto l'emisfero australe.
jumbo wrote:il ritiro dei ghiacci extrapolari è tutt'altro che moderato.

jumbo wrote:L'articolo sui ghiacci scandinavi è molto datato, mi pare che ora anch'essi si siano uniti al trend degli altri, e anche 20 anni fa ai tempi di quell'articolo si trattava di un modesto aumento di una minoranza di ghiacciai, a fronte di una conclamata riduzione della maggioranza.
Per quanto riguarda altri ghiacciai extrapolari, è vero che quelli monitorati sono solo una parte, ma anche per quelli non monitorati la documentazione fotografica testimonia un ritiro. Certo in modo qualitativo e non misurato, ma comunque un ritiro.



"pare" e niente numeri, solo sensazioni soggettive.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby jumbo » Tue 20 February 2018; 14:01

quelli misurati hanno un ritiro conclamato misurato quantitativamente, quelli non misurati hanno un ritiro qualitativamente altrettanto conclamato, solo non quantificato.
sensazioni soggettive? tu quanti ghiacciai hai visto soggettivamente negli ultimi anni?
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Thu 15 March 2018; 15:32

Stando a questo articolo le variazioni di concentrazione della CO2 non seguirebbero un normale andamento ciclico ma per il livello raggiunto e per la velocità di crescita saremmo, anzi siamo, di fronte a qualcosa che non si è mai verificato sulla Terra.

http://www.corriere.it/ambiente/17_otto ... d66c.shtml
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Wed 12 December 2018; 14:25

Senza la pretesa di dare un giudizio riporto un articolo sull'ultima Conferenza sul Clima

https://www.corriere.it/esteri/18_dicem ... 4344.shtml
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Sat 15 December 2018; 1:43

Senza la pretesa di dare un giudizio, riporto quanto detto stasera su RAINews da un esperto climatologo:
"La temperatura media globale è salita di un grado rispetto all'epoca preindustriale".
Ciò mi ricorda che il raffronto è con il periodo detto "piccola era glaciale" e che è quindi logico che la temperatura ora sia più alta; altresì trovo anomalo sottintendere, con tale confronto, reputare implicitamente come "normalità" un periodo che di normale non ebbe nulla.
Ha poi mostrato un grafico dell'andamento della CO2, stavolta riguardante migliaia di anni, che mostra un'effettiva impennata della stessa nel periodo successivo al 1860.
Ma non ha affermato un rapporto causa/effetto: cosa ha determinato la fine della PEG? Un aumento della temperatura prima della nascita dell'era industriale deve avere avuto una causa, e questa può essere solo un aumento dell'effetto serra.
L'aumento non può essere addebitato all'attività umana, poiché la rivoluzione industriale (e il conseguente aumento della CO2) doveva ancora avvenire.
Non può essere stato vulcanico, dato che i vulcani solitamente emettono gas che raffreddano il pianeta.
Resta solo il Sole, la cui maggiore o minore attività ha sempre determinato la temperatura del pianeta.
È vero, non c'è mai stata tanta CO2 da quando l'uomo domina il pianeta.
Ma il pianeta ha avuto "febbri" più alte di quella attuale.
Febbri durante le quali le civiltà hanno sempre fatto grossi passi avanti: optimum climatico miceneo, optimum romano e optimum medievale.
Sotto riporto un paio di grafici che evidenziano come tutti e tre i periodi (per non parlare del grande opitmum postglaciale) furono ben più caldi dell'attuale periodo, almeno (anche) in Islanda e Groenlandia.
Fonte: http://www.climatemonitor.it/?p=3334 che non mi pare un sito di negazionisti dell'AGW.
Resto dubbioso tra tanti certi.

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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Sun 16 December 2018; 15:56

meno male che non avevi la pretesa di dare un giudizio :-)
Non lo so, ma ci sono pareri discordanti nel mondo scientifico. Non è che siamo di fronte a quelli che pensano che la terra sia piatta. Mah... chi vivrà vedrà.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Mon 17 December 2018; 0:41

Dimmi dove avrei giudicato.
Mi sono limitato a riportare dati e la parola di un "esperto", oltre a dare la mia opinione.
Se essere "scettici" significa "giudicare", allora ho giudicato.
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby S-Bahn » Mon 17 December 2018; 9:46

Dipende da cosa intendi come giudizio.
Giudizio per me è esprimere il proprio pensiero su una cosa, valutare una situazione, un fatto accaduto, non fare un processo a chissà chi.
Io ho usato le parole "senza la pretesa di dare un giudizio" perché avevo semplicemente riportato il link astenendomi dal dire cosa ne pensavo.
Tu hai usato le stesse parole, mi sembra con ironia, per esprimere una tua opinione portando in supporto un articolo.

Legittimo, va bene così, ci mancherebbe. Ma non dire che non hai espresso un giudizio, please...
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby serie1928 » Mon 17 December 2018; 13:07

Concordo: o si riportano solo i fatti (ma nel riportare singoli articoli non si esprime una opinione comunque per averlo scelto?) oppure si esprime una opionione che implica anche un giudizio.
Come è possibile esprimere una opinione senza essersi formato un giudizio?
E' possibile comunicare un giudizio senza esprimere una opinione?
Abbiamo tutti fretta, e mai siamo puntuali!
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby jumbo » Mon 17 December 2018; 14:08

Report annuale di Meteosvizzera sulle temperature annue (che sarà perfezionato dopo la fine dell'anno, ma a 14 giorni su 365 già disegna una linea di tendenza ben definita).
https://www.meteosvizzera.admin.ch/home ... ecord.html
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Re: Il protocollo di Kyoto

Postby skeggia65 » Tue 18 December 2018; 1:44

Nel mio lessico, giudicare significa emettere una "sentenza" senza appello.
Esprimere un'opinione invece è diverso, poiché sono sempre aperto a pareri altrui e, davanti all'evidenza di essere in torto, sono disposto a cambiare la mia opinione.

Nel caso specifico, la stragrande maggioranza degli esperti ritiene che la tendenza all'aumento della temperatura sia ineluttabile e sia dovuta all'attività umana, ma (sottovoce) ricorda anche che la "prova scientifica" non c'è.
Infatti le previsioni catastrofiche periodiche dell'IPCC non si sono mai avverate.
D'altra parte la climatologia è materia complessa e piena di variabili le cui conseguenze non sono state ancora apprese appieno.
Coloro che sono certi dell'imminente catastrofe planetaria si trovano invece tra le fila di politici, attori e giornalisti, che non perdono occasione per emettere giudizi (e vendere libri e biglietti di spettacoli e conferenze).
I climatologi sono, giustamente più cauti (a onor del vero, c'è maggiore cautela tra gli "scaldisti" e minore tra gli scettici e i negazionisti).
Perché io e voi dovremmo avere certezze che sono proprie di categorie di persone che non hanno titolo per averne?

P.S.: io spero che abbiano ragione gli "scaldisti", per due motivi semplici semplici: le civiltà hanno storicamente prosperato col caldo e patito col freddo, quindi ben venga il caldo.
Quello che, sotto varie forme, stiamo pagando per contrastare il riscaldamento globale (tasse, imposte, accise, periodiche "costrizioni" a sostituire auto e caldaie e altre forme di "carbon tax occulte) mi irrita un po', se però avessero ragione loro forse non sarebbero soldi buttati.
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