SVIZZERA | POLITICA - 14 GIU 2015 12:43
Votazioni federali, due sì e due no
Sì alla diagnosi preimpianto e (per un pelo) al canone, chiaro no alla tassa di successione e alle borse di studio
BERNA - Sì alla diagnosi pre impianto, no alle iniziative sull'imposta di successione e sulle borse di studio, e un sì molto stringato (50,08%, vedi suggeriti) sul referendum riguardante la legge radio televisiva: sono questi i risultati delle votazioni federali odierne.
Per quanto riguarda il risultato in Ticino, a scrutinio concluso e con l'affluenza che si attesta al 56%, la diagnostica preimpianto è accolta con il 60%. L'iniziativa sulle borse di studio respinta con il 71% mentre per la tassa di successione ha prevalso il "no" con il 73% (ha votato a favore solo Sobrio). Per finire, il canone radio-TV vede il "no" con il 53%, unico caso in cui l'esito delle urne contraddice il trend nazionale.
Canone a bruciapelo
Il sistema di riscossione del canone radiotelevisivo cambia: il popolo svizzero ha accolto di misura (50,08% di sì, meno di 4000 schede di differenza) la modifica della legge sulla radiotelevisione, che prevede il passaggio passare a un prelievo generalizzato per tutte le economie domestiche e le imprese di una certa grandezza. Il tema ha tagliato in due il Paese, con la formazione di un "Röstigraben" ben delineato sebbene non molto profondo. Il Ticino ha votato con gran parte della Svizzera tedesca per il no.
Chiaro no alle borse di studio
L'iniziativa popolare che chiedeva un'armonizzazione a livello nazionale è stata respinta con il 72,5% di voti contrari (pari a 1'611'594 schede) e dalla totalità dei Cantoni. Le borse di studio rimangono dunque di competenza cantonale. In Ticino, dove la partecipazione ha raggiunto il 44%, il testo è stato bocciato con il 70,8% di "no" contro il 29,1% di "sì". Nei Grigioni con il 77,2% (partecipazione 39,4%,).
L'Unione degli studenti universitari (USU), fautrice dell'iniziativa sulla borse di studio, non si lascia scoraggiare dal secco "no" scaturito oggi dalle urne. L'organizzazione considera infatti una vittoria l'aver inserito il tema nell'agenda politica. Il fatto che il sistema della borse di studio debba essere rinnovato non è più combattuto, ha affermato oggi all'ats Maxime Mellina dell'USU. Anche se l'iniziativa non è riuscita, è stato possibile attirare l'attenzione su un sistema ingiusto. Ora è compito dell'USU sensibilizzare su un processo di armonizzazione. L'obiettivo, secondo Mellina, è che i Cantoni aderiscano al concordato sulle borse di studio: "non possiamo accettare che alcuni studenti siano svantaggiati solo a causa del loro luogo di domicilio", ha detto.
Sì alla diagnosi preimpianto, il PEV annuncia il referendum
Chiaro sì alla diagnosi preimpianto (DPI) sugli embrioni in vitro. La maggioranza del popolo svizzero (61,9%) e la maggior parte dei Cantoni hanno accolto la modifica dell'articolo costituzionale relativo alla medicina riproduttiva che crea le condizioni affinché questo tipo di esame possa essere eseguito nel caso di coppie portatrici di gravi malattie ereditarie e di coppie che non possono avere figli in modo naturale.
Preso atto del sì sorprendentemente chiaro alla modifica all'articolo costituzionale concernente la diagnosi preimpianto (DPI), il Partito evangelico (PEV) lancerà un referendum contro la legge, mettendo così in atto la minaccia espressa nel corso di tutta la campagna. "Nella legge il Parlamento si è spinto troppo lontano", ha detto oggi all'ats la consigliera nazionale e presidente del PEV Marianne Streiff. La Svizzera diventerebbe più liberale rispetto a certi paesi che autorizzano questo esame genetico sugli embrioni generati artificialmente prima di impiantarli nell'utero, solo nel caso di coppie portatrici di gravi malattie ereditarie.
Le grandi organizzazioni degli handicappati hanno già annunciato che sosterranno il referendum.
Nettamente respinta l'imposta sulle successioni
L'iniziativa volta a introdurre un'imposta sulle successioni e le donazioni a livello federale è stata seccamente bocciata dal 71% dei voti. A conti fatti i voti contrari sono risultati 1'613'838, quelli favorevoli 657'774. L'affluenza alle urne è stata del 43,1%. Tutti i cantoni hanno respinto l'iniziativa denominata "Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS", di cui cinque con proporzioni superiori all'80% e 14 con percentuali comprese in una forbice tra il 70% e l'80%. I Grigioni hanno respinto l'iniziativa con il 76,0% dei pareri espressi e il Ticino con il 72,9%.
Il segretario generale dei Verdi liberali Michael Köpfli, tra i primi a reagire, ha espresso soddisfazione, affermando che questo non è il momento di gravare sulle piccole e medie imprese (PMI). In un momento di forte valutazione del franco non è opportuno aumentare la pressione fiscale, ha detto Köpfli, secondo cui l'imposta federale sottoposta a votazione non costituiva una soluzione duratura ai problemi finanziari della previdenza vecchiaia.
Sulla stessa linea il consigliere agli Stati Pirmin Bischof (PPD/SO), secondo il quale il responso delle urne suona come una sorta di monito: il voto è stato chiarissimo e il fronte dei contrari impressionante. I posti di lavoro, soprattutto quelli che dipendono dalle PMI, non devono essere messi in pericolo.
Tra i sostenitori dell'iniziativa, il consigliere nazionale Corrado Pardini (PS/BE) ha detto che anche dopo il voto odierno il problema della ridistribuzione della ricchezza rimane irrisolto. Il popolo non ha accettato le nostre soluzioni, ha spiegato, ma la questione dell'equità sociale deve rimanere al centro dell'attività politica.
Commentando i primi dati disponibili il politologo e direttore dell'istituto gfs.bern, Claude Longchamps, ha spiegato che i fautori dell'iniziativa hanno avviato la campagna in ritardo, mentre gli avversari hanno subito occupato il terreno. L'argomento di nuovi finanziamenti volti a consolidare l'AVS non ha fatto breccia: l'accento si è spostato invece su "valori svizzeri", come le PMI, che con la nuova imposta sarebbero state penalizzate.
Joël Blunier, segretario generale del Partito evangelico, sostenitore dell'iniziativa assieme alla sinistra, ha ammesso che la sua formazione politica "non è riuscita a far passare il messaggio". "Gli oppositori hanno calcato l'accento sui presunti danni per le PMI, ma non hanno parlato degli obiettivi, ossia reperire nuove modalità di finanziamento per l'AVS". Non siamo riusciti, ha aggiunto, a contrastare "informazioni false".
14.06.2015 - 12:43ats | Aggiornamento: 14 giu 2015 18:27