Lo Zimbabwe

Moderators: Hallenius, teo

Ma a voi interessa qualcosa dello Zimbabwe?

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Re: Lo Zimbabwe

Postby Hallenius » Tue 17 March 2015; 19:11

S-Bahn wrote:La presenza del blocco comunista, che in sé reputo negativa, ha obbligato il capitalismo a rinsavire e a mostrare il meglio di sé tra il '50 e il '90. Poi con la caduta del comunismo capitalismo e finanza non hanno più avuto possibili paragoni e sono dilagati con i risultati che vediamo oggi. Dagli anni '90 si è bruscamente invertita la tendenza a ridurre il divario trai ricchi e poveri, propria degli anni del dopoguerra e poi del boom, e le differenze sociali si sono di nuovo inasprite e con esse la povertà di larghi strati della popolazione.

Più che la presenza del comunismo è stata l’affermazione del monetarismo di Friedman a mutare il capitalismo i cui eccessi sono stati mitigati fino agli anni ’70 dall’applicazione della dottrina keynesiana che ebbe a svilupparsi inseguito al Venerdì Nero del ’29.

friedrichstrasse wrote: La Germania dell'Est era relativamente efficiente non certo in quanto "vetrina del comunismo" (???), ma per motivi storici in quanto erede della vecchia Prussia.
Ed è vero che nei negozi di Berlino Est si trovava merce di buona qualità, ma non per rendere attraente il blocco orientale agli occhi degli occidentali, bensì per far sì che gli occidentali facessero un po' di shopping, pagando ovviamente in dollari o in marchi RFT.
Ai cittadini dell'Est l'ingresso in questi negozi era proibito, per dire che bel sistema che era...

In realtà l’Unione Sovietica investì molto sulla DDR proprio con l’intenzione di farne una vetrina del sistema socialista a causa della sua posizione nel centro dell’Europa.
Ovviamente all’affermazione della Germania Est concorse anche la ricchezza infrastrutturale dovuta al passato prussiano, lo stesso discorso vale ad esempio per la Slesia.

Comunque, a mio modesto modo di vedere, non bisognerebbe paragonare i debiti derivanti dai risarcimenti di guerra a quelli che si sono accumulati a causa di una gestione fraudolenta dello stato greco.
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Re: Lo Zimbabwe

Postby friedrichstrasse » Tue 17 March 2015; 19:20

Lucio Chiappetti wrote:
friedrichstrasse wrote:nei negozi di Berlino Est si trovava merce di buona qualità

Mah nel 1984 (quando tra un pasto, una cena e una visita al Pergamon Museum abbiamo fatto fatica a spendere i marchi obbligatoriamente cambiati 1:1 in Ostmark con coda nella stazione tua eponima) ho ricordo di un grande magazzino in fondo alla continuazione dell'Unter Den Linden che sembrava una Upim o All'Onesta' anni '60. In pieno contrasto col KaDeWe all'ovest che era una super-Rinascente.
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Viersieben » Tue 17 March 2015; 19:21

friedrichstrasse wrote:Ed è vero che nei negozi di Berlino Est si trovava merce di buona qualità, ma non per rendere attraente il blocco orientale agli occhi degli occidentali, bensì per far sì che gli occidentali facessero un po' di shopping, pagando ovviamente in dollari o in marchi RFT.

E oltre a ciò c'era tutto il business della Gestattungsproduktion per le ditte dell'area economica non socialista (con una parte dei prodotti che veniva poi eventualmente rivenduta all'interno del Paese (contro divise negli Intershop (tipicamente a Friedrichstrasse) oppure nei negozi di alta gamma); in quel caso non ci si poteva certo permettere di fornire merce di infima qualità.
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Re: Lo Zimbabwe

Postby friedrichstrasse » Tue 17 March 2015; 19:24

Hallenius wrote:In realtà l’Unione Sovietica investì molto sulla DDR proprio con l’intenzione di farne una vetrina del sistema socialista a causa della sua posizione nel centro dell’Europa.


Non mi pare proprio.
Last edited by friedrichstrasse on Tue 17 March 2015; 19:27, edited 1 time in total.
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Re: Lo Zimbabwe

Postby fra74 » Tue 17 March 2015; 19:25

Io starei attento a come si quota altrimenti si rischiano risultati ridicoli 8--) :lol:
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Re: Lo Zimbabwe

Postby friedrichstrasse » Tue 17 March 2015; 19:27

Schizofrenia :roll: :mrgreen:
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Hallenius » Thu 19 March 2015; 14:46

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Re: Lo Zimbabwe

Postby Viersieben » Sun 22 March 2015; 23:13

Discreta batosta per il PS al primo turno delle elezioni dipartimentali (di fresca istituzione) in Francia (addirittura nel cantone di Orange si sfideranno al ballottaggio la cosiddetta estrema destra del Fronte Nazionale e la cosiddetta estrema destra della Lega Sud)...
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Trullo » Mon 13 April 2015; 16:08

E' morto il giornlista e scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, autore di articoli, saggi e romanzi incentrati sulla storia dell'America Latina e del suo sfruttamento da parte delle potenze europee e nordamericane, con la complicità di parte dei latinoamericani stessi
"Il comunismo ha sbagliato, ma non era sbagliato.“ (Rossana Rossanda)
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Viersieben » Sat 18 April 2015; 14:23

Ah i pregi del voto per corrispondenza...
CANTONE

17/04/2015 - 21:05
Candidato PLR indagato per frode elettorale

Michele Kauz avrebbe compilato le schede di amici e famigliari. Sentito dal magistrato, ha ammesso tutto. Il PLR "si distanzia fermamente"

Articolo di FC

LUGANO - Un'ombra sinistra si allunga su questa vigilia pre-elettorale: il candidato PLR Michele Kauz è oggetto di un'inchiesta del Ministero pubblico per frode elettorale e incetta di voti.

Kauz, riferisce Liberatv, avrebbe compilato le schede di una quindicina di amici e famigliari. Oggi è comparso davanti al Sostituto procuratore generale Nicola Respini, e ha ammesso i fatti.

L'ho fatto in buona fede, ha spiegato il consigliere comunale liberale-radicale di Lugano.

La reazione del PLR - Non si è fatta attendere la reazione del partito di Kauz: "Il PLR prende atto con sorpresa della notizia, appresa per mezzo stampa, del procedimento che vede coinvolto il candidato al Gran Consiglio Michele Kauz. Il PLR, pur attendendo gli accertamenti necessari tuttora in corso, si distanzia fermamente da ogni comportamento che prevede la compilazione di schede di voto per terzi".

Il comportamento ammesso dal candidato al Parlamento viene condannato fermamente: "Il PLR ritiene indispensabile fare chiarezza quanto prima e, senza volersi sostituire in alcun modo alle autorità competenti, sottolinea sin d’ora l’importanza di un’espressione di voto personale, libera e assolutamente non condizionata da chicchessia. Il PLR attende l’esito dell’inchiesta in corso e lo stesso candidato, Michele Kauz, si dichiara molto dispiaciuto per l’errore commesso in buona fede, pronto ad assumersi le proprie responsabilità e conseguenze del suo agire".

http://www.tio.ch/News/Ticino/Politica/ ... elettorale

CANTONE

18/04/2015 - 11:04
Caso Kauz, le critiche non mancano

Celio: "Lo avevamo detto". Mattei: "A suo tempo ci avevano dato degli oscurantisti". Quadri: "Un caso isolato?"

Articolo di D.M.

LUGANO - Lo scandalo di quella che si configura come frode elettorale, e che vede coinvolto il candidato PLR Michele Kauz, oggetto di un'inchiesta del Ministero pubblico per incetta di voti, ha lasciato l'amaro in bocca non solo ai suoi colleghi del PLR.

"Un paio d’anni fa avevamo tentato di bloccare la sconsiderata modifica della legge elettorale che introduceva il voto per corrispondenza - scrive Franco Celio -. Purtroppo il tentativo fallì dal momento che tutta la classe politica e mass-mediatica fu, di fatto, connivente con quello sconsiderato cambiamento e non volle “sporcarsi le mani” con un referendum ritenuto impopolare". Il deputato leventinese Plr, anch'egli candidato al Gran Consiglio, prosegue: "Adesso i 'pregi' della modifica sono venuti a galla. Ci voleva tanto a capire che sarebbe andata così?".

"Che cosa succederà ora? - si chiede Celio - La casa più probabile è che non succederà nulla. Visto che di fronte al caso delle schede messe in vendita su Internet, qualcuno ha voluto banalizzare il fattaccio, dicendo che una volta capitava anche di peggio (un po’ come dire che siccome l’omicidio è peggio del furto, dei furti non ci si deve preoccupare!), non ci sarebbe da stupirsi se qualcuno sentenziasse ora che anche il caso del candidato con le mani nel sacco 'non è poi così grave', per cui… meglio far finta di nulla. Sarà così?".

D'accordo con Celio è, tra gli altri, Germano Mattei, candidato al Consiglio di Stato per Montagna Viva: "Sante parole. A suo tempo ci avevano bollati come oscurantisti ottocenteschi!"

"E' la prima elezione cantonale con voto per corrispondenza e già l'ex partitone calpesta la fiducia dei cittadini con (per ora presunte) incette di voti e frodi elettorali", è il commento di Lorenzo Quadri. "Kauz è un caso isolato o la punta dell'iceberg? - si chiede il Consigliere nazionale, Municipale di Lugano, Direttore Mattino della Domenica -. Ecco il partito che vorrebbe riconquistare il secondo seggio governativo: per il PLR il galoppinaggio più plateale, che dovrebbe appartenere al passato, è invece colonna portante del presente - e anche del futuro! Voi gli (ri)dareste in mano le sorti del Cantone?".

http://www.tio.ch/News/Ticino/Politica/ ... on-mancano
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Coccodrillo » Mon 04 May 2015; 19:33

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Re: Lo Zimbabwe

Postby S-Bahn » Mon 04 May 2015; 19:42

Perché, l'omosessualità è una razza a parte? :roll:
Seriamente, io sospetto il contrario di quello che sembra. Per qualche ragione, che molto probabilmente non c'entra nulla con gli orientamenti sessuali del diplomatico, questi non è gradito o forse non è gradito qualcosa della trattativa con la Francia, ma poiché è omosessuale non si può dire che non va bene, non è politicamente corretto...
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Coccodrillo » Wed 10 June 2015; 18:30

Mondo | Politica - 20 mag 2015 10:08

Niente bus di linea per i manovali palestinesi

TEL AVIV - In seguito al coro di proteste della opposizione e ad una nuova consultazione col ministro della difesa Moshe Yaalon, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato la sospensione immediata dei 'bus segregati' per i manovali palestinesi, fra Tel Aviv e a Cisgiordania. Lo affermano i media.

Il provvedimento che avrebbe costretto gli operai palestinesi a ricorrere a linee di autobus alternative era stato concepito come "una prova di tre mesi" e giustificato con motivazioni di sicurezza, in quanto finora i passeggeri (ebrei ed arabi) dei bus israeliani che collegano Tel Aviv alla Cisgiordania sono esenti dai controlli dei militari.

Ma la nuova misura ha subito innescato proteste veementi non solo da Peace Now (che ha parlato di 'apartheid') ma anche di Isaac Herzog, leader dell'opposizione laburista. "La separazione fra palestinesi ed ebrei nei trasporti pubblici - ha affermato - è una umiliazione superflua ed una macchia sull'immagine del nostro Stato e dei nostri cittadini. Getta altro olio sul fuoco dell'odio verso Israele nel mondo".

Parole di condanna sono giunte intanto anche da Gideon Saar, un ministro degli interni del Likud.
20.05.2015 - 10:08


Fonte CDT: http://www.cdt.ch/mondo/politica/131200 ... inesi.html

«Breaking the Silence costringe la società israeliana a guardarsi allo specchio»

Breaking the Silence (rompere il silenzio) è una ONG fondata da soldati dell’esercito israeliano. Diffonde testimonianze legate al servizio militare nei territori occupati palestinesi a partire dalla Seconda Intifada. Domani, giovedì 11 giugno, alle ore 18.30, Yehuda Shaul, cofondatore della ONG, racconterà, presso «Spazio 1929» in via Ciseri 3 a Lugano, la sua esperienza militare e presenterà le testimonianze di alcuni soldati dell’esercito israeliano attivi durante l’operazione militare «Margine di protezione» a Gaza nell’estate del 2014. Lo abbiamo intervistato grazie alla collaborazione di Amnesty International.

Com’è nata la ONG Breaking the Silence?
«Nel 2004, circa due mesi dopo il congedo dal servizio di leva, ho confidato un sentimento che mi tormentava a degli amici che erano nella mia stessa situazione. Dopo aver trascorso alcuni anni nell’esercito avevo l’impressione che avessimo progressivamente cancellato la nostra linea rossa morale. Ci siamo resi conto che per svolgere il nostro ruolo di soldati attivi, il cui compito è controllare i territori palestinesi e la relativa popolazione civile, dovevamo cancellare l’umanità dei palestinesi e anche la nostra. Ed era proprio quello che facevamo. Abbiamo così deciso di creare una mostra fotografica e filmare le testimonianze di soldati che hanno servito a Hebron, la città dove noi stessi avevamo prestato servizio per anni. Il nostro obiettivo era condividere con gli israeliani le cose che facevamo lì giorno dopo giorno, nel loro nome».

Quale episodio l’ha colpita maggiormente tra i tanti denunciati da Breaking the Silence?
«Mi ha colpito il processo più che precisi episodi. Un processo attraverso il quale, molto rapidamente, il giovane soldato si trasforma, perde di vista determinati valori. Quando ricevi per la prima volta l’ordine di invadere la casa di una famiglia palestinese, chiudere tutti in cantina per ore o giorni, sei scioccato. Poi con il tempo questo diventa routine. La prima volta che è successo a me, ricordo che prima di liberare la famiglia e restituirle la casa abbiamo pulito il pavimento. Poi però con il passare del tempo invadere una casa è diventato la routine e un po’ per noia, un po’ perché ricevi ordini da eseguire e fai parte di un gruppo dal quale vuoi essere accettato, tutto diventa normale. E quando entri in una casa non hai più alcun rispetto di chi ci vive: se hai fame mangi quello che trovi, se vuoi guardare la Tv lo fai, senza più pensare che quella non è casa tua, che devi rispetto a quei luoghi e alla vita di chi ci vive».

La vostra ONG opera dal 2004. Come siete visti dall’opinione pubblica israeliana?
«Purtroppo in questo momento al potere c’è il Governo più orientato a destra che ci sia mai stato dalla creazione dello Stato di Israele. Alcuni membri del Governo ci vedono come una minaccia, ma sul terreno sono sempre di più le persone disposte ad ascoltarci e a capire quello che stiamo facendo. Negli ultimi dieci anni abbiamo intervistato oltre mille soldati. Le nostre attività pedagogiche sono molto diversificate: ogni anno teniamo tra le 300 e le 500 lezioni; circa 10 mila persone (la maggior parte israeliani) partecipano alle visite guidate che organizziamo nei Territori palestinesi, e tra queste circa 3.000/4.000 sono giovani in attesa di entrare nell’esercito. Il silenzio non è un problema israeliano, è un’epidemia umana. Quando si è confrontati con una realtà difficile, mettersi davanti allo specchio per affrontarla è una sfida. Questa battaglia tra l’identità e i valori della società è una sfida alla nostra morale. Breaking the Silence costringe la società israeliana a guardarsi nello specchio. Speriamo così di incoraggiare gli israeliani ad affrontare la questione dell’occupazione».

Il Governo israeliano ha mai cercato di ostacolare la vostra attività?
«Negli ultimi tre Governi, di destra, abbiamo visto un aumento dei tentativi - attraverso la legislazione - di limitare l’impatto della società civile. Il nostro lavoro non è direttamente minacciato, non siamo ancora a questo punto, ma ciò potrebbe accadere con l’attuale Governo pro-coloni».

Osvaldo Migotto


Fonte CDT 10.6.2015
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Hallenius » Sat 13 June 2015; 16:32

Uno dei pochi articoli realmente in topic:
Lo Zimbabwe passa ufficialmente al dollaro
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Re: Lo Zimbabwe

Postby Viersieben » Mon 15 June 2015; 8:48

Per tornare OT :mrgreen: :

SVIZZERA | POLITICA - 14 GIU 2015 12:43
Votazioni federali, due sì e due no
Sì alla diagnosi preimpianto e (per un pelo) al canone, chiaro no alla tassa di successione e alle borse di studio

BERNA - Sì alla diagnosi pre impianto, no alle iniziative sull'imposta di successione e sulle borse di studio, e un sì molto stringato (50,08%, vedi suggeriti) sul referendum riguardante la legge radio televisiva: sono questi i risultati delle votazioni federali odierne.


Per quanto riguarda il risultato in Ticino, a scrutinio concluso e con l'affluenza che si attesta al 56%, la diagnostica preimpianto è accolta con il 60%. L'iniziativa sulle borse di studio respinta con il 71% mentre per la tassa di successione ha prevalso il "no" con il 73% (ha votato a favore solo Sobrio). Per finire, il canone radio-TV vede il "no" con il 53%, unico caso in cui l'esito delle urne contraddice il trend nazionale.

Canone a bruciapelo

Il sistema di riscossione del canone radiotelevisivo cambia: il popolo svizzero ha accolto di misura (50,08% di sì, meno di 4000 schede di differenza) la modifica della legge sulla radiotelevisione, che prevede il passaggio passare a un prelievo generalizzato per tutte le economie domestiche e le imprese di una certa grandezza. Il tema ha tagliato in due il Paese, con la formazione di un "Röstigraben" ben delineato sebbene non molto profondo. Il Ticino ha votato con gran parte della Svizzera tedesca per il no.

Chiaro no alle borse di studio

L'iniziativa popolare che chiedeva un'armonizzazione a livello nazionale è stata respinta con il 72,5% di voti contrari (pari a 1'611'594 schede) e dalla totalità dei Cantoni. Le borse di studio rimangono dunque di competenza cantonale. In Ticino, dove la partecipazione ha raggiunto il 44%, il testo è stato bocciato con il 70,8% di "no" contro il 29,1% di "sì". Nei Grigioni con il 77,2% (partecipazione 39,4%,).

L'Unione degli studenti universitari (USU), fautrice dell'iniziativa sulla borse di studio, non si lascia scoraggiare dal secco "no" scaturito oggi dalle urne. L'organizzazione considera infatti una vittoria l'aver inserito il tema nell'agenda politica. Il fatto che il sistema della borse di studio debba essere rinnovato non è più combattuto, ha affermato oggi all'ats Maxime Mellina dell'USU. Anche se l'iniziativa non è riuscita, è stato possibile attirare l'attenzione su un sistema ingiusto. Ora è compito dell'USU sensibilizzare su un processo di armonizzazione. L'obiettivo, secondo Mellina, è che i Cantoni aderiscano al concordato sulle borse di studio: "non possiamo accettare che alcuni studenti siano svantaggiati solo a causa del loro luogo di domicilio", ha detto.

Sì alla diagnosi preimpianto, il PEV annuncia il referendum

Chiaro sì alla diagnosi preimpianto (DPI) sugli embrioni in vitro. La maggioranza del popolo svizzero (61,9%) e la maggior parte dei Cantoni hanno accolto la modifica dell'articolo costituzionale relativo alla medicina riproduttiva che crea le condizioni affinché questo tipo di esame possa essere eseguito nel caso di coppie portatrici di gravi malattie ereditarie e di coppie che non possono avere figli in modo naturale.

Preso atto del sì sorprendentemente chiaro alla modifica all'articolo costituzionale concernente la diagnosi preimpianto (DPI), il Partito evangelico (PEV) lancerà un referendum contro la legge, mettendo così in atto la minaccia espressa nel corso di tutta la campagna. "Nella legge il Parlamento si è spinto troppo lontano", ha detto oggi all'ats la consigliera nazionale e presidente del PEV Marianne Streiff. La Svizzera diventerebbe più liberale rispetto a certi paesi che autorizzano questo esame genetico sugli embrioni generati artificialmente prima di impiantarli nell'utero, solo nel caso di coppie portatrici di gravi malattie ereditarie.

Le grandi organizzazioni degli handicappati hanno già annunciato che sosterranno il referendum.

Nettamente respinta l'imposta sulle successioni

L'iniziativa volta a introdurre un'imposta sulle successioni e le donazioni a livello federale è stata seccamente bocciata dal 71% dei voti. A conti fatti i voti contrari sono risultati 1'613'838, quelli favorevoli 657'774. L'affluenza alle urne è stata del 43,1%. Tutti i cantoni hanno respinto l'iniziativa denominata "Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS", di cui cinque con proporzioni superiori all'80% e 14 con percentuali comprese in una forbice tra il 70% e l'80%. I Grigioni hanno respinto l'iniziativa con il 76,0% dei pareri espressi e il Ticino con il 72,9%.

Il segretario generale dei Verdi liberali Michael Köpfli, tra i primi a reagire, ha espresso soddisfazione, affermando che questo non è il momento di gravare sulle piccole e medie imprese (PMI). In un momento di forte valutazione del franco non è opportuno aumentare la pressione fiscale, ha detto Köpfli, secondo cui l'imposta federale sottoposta a votazione non costituiva una soluzione duratura ai problemi finanziari della previdenza vecchiaia.

Sulla stessa linea il consigliere agli Stati Pirmin Bischof (PPD/SO), secondo il quale il responso delle urne suona come una sorta di monito: il voto è stato chiarissimo e il fronte dei contrari impressionante. I posti di lavoro, soprattutto quelli che dipendono dalle PMI, non devono essere messi in pericolo.

Tra i sostenitori dell'iniziativa, il consigliere nazionale Corrado Pardini (PS/BE) ha detto che anche dopo il voto odierno il problema della ridistribuzione della ricchezza rimane irrisolto. Il popolo non ha accettato le nostre soluzioni, ha spiegato, ma la questione dell'equità sociale deve rimanere al centro dell'attività politica.

Commentando i primi dati disponibili il politologo e direttore dell'istituto gfs.bern, Claude Longchamps, ha spiegato che i fautori dell'iniziativa hanno avviato la campagna in ritardo, mentre gli avversari hanno subito occupato il terreno. L'argomento di nuovi finanziamenti volti a consolidare l'AVS non ha fatto breccia: l'accento si è spostato invece su "valori svizzeri", come le PMI, che con la nuova imposta sarebbero state penalizzate.

Joël Blunier, segretario generale del Partito evangelico, sostenitore dell'iniziativa assieme alla sinistra, ha ammesso che la sua formazione politica "non è riuscita a far passare il messaggio". "Gli oppositori hanno calcato l'accento sui presunti danni per le PMI, ma non hanno parlato degli obiettivi, ossia reperire nuove modalità di finanziamento per l'AVS". Non siamo riusciti, ha aggiunto, a contrastare "informazioni false".

14.06.2015 - 12:43ats | Aggiornamento: 14 giu 2015 18:27

http://cdt.ch/svizzera/politica/132791/ ... ue-no.html
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