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Torino-Lione, la valle dei Sì-Tav
che sperano di battere la crisi
Il progetto alternativo piace ai sindaci: «Se i benefici ricadranno sulla gente»
14/10/2006
di M.Neirotti e M.Tropeano
TORINO. Sì. Un sì condizionato, ma sempre una risposta affermativa. I sindaci della Val Sangone, a differenza dei loro colleghi della Val di Susa, non si oppongono al passaggio del treno ad alta capacità sul loro territorio. Certo vogliono certezze sul rispetto dell’ambiente e della salute e vista l’esperienza negativa degli amministratori dell’altra valle chiedono al governo di essere coinvolti preventivamente nella definizione del tracciato. Non solo. Sollecitano e pretendono che i lavori siano accompagnati da un piano strategico «condiviso» per lo sviluppo economico e sociale che in caso di realizzazione della Tav potrebbe far ricadere sul questa piccola porzione del Torinese una parte consistente dei 750 milioni previsti da Roma e dall’Unione Europea come compensazione.
E così lo studio di verifica di fattibilità fatto preparare dalla provincia di Torino entra a pieno titolo all’ordine del giorno del tavolo politico di Palazzo Chigi. Non solo. La prossima settimana i sindaci della Val Sangone, insieme al vicepresidente nazionale dell’Anci, Osvaldo Napoli, parlamentare azzurro ed ex sindaco di Giaveno, incontreranno il commissario straordinario della Torino-Lione. Mario Virano ha in qualche modo fatto emergere dai cassetti quel progetto e adesso lancia un ponte: «Se gli studi di impatto ambientale e le valutazioni tecniche suggeriranno l’opzione Val Sangone, è del tutto evidente che gli studi, le ricadute dei benefici territoriali e le modalità del progetto, dovranno essere condivise totalmente e fin dall’inizio con le comunità locali».
Pronti al dialogo, allora. Agnese Ugues, sindaco di Sangano, spiega: «Noi chiediamo di essere coinvolti e di non discutere a posteriori di un progetto preparato da altri. Servono garanzie, servono sondaggi e anche compensazioni. Se arriva il treno veloce l’elettrodotto deve essere interrato». Gianni Turello, primo cittadino di Valgioie, punta il dito sulla necessità di «ottenere garanzie per le falde dell’acqua». Paolo Allais, sindaco di Coazze, aggiunge: «Noi sappiamo quello che i nostri territori possono sopportare. Chiediamo garanzie ma non vogliamo metterci di traverso». Daniela Ruffino sindachessa di Giaveno: «Nulla potrà essere fatto senza concertazione e soprattutto senza avere chiari i benefici, le prospettive ed i costi per i territori sui quali si vuole intervenire».
Già, ma che cosa pensano i residenti? Passeranno di qui? «Mi giunge nuova», dice il titolare del bar ristorante La Torre di Trana, «non ci vedo una logica. Se là non la vogliono c'è un motivo». E i clienti sono d'accordo: «Là hanno reagito duro. E' come se dicessero: vediamo se questi sono più morbidi».
Più morbidi, con ogni probabilità, lo sono. Non nel dire subito sì, ma nell'ascoltare, valutare svantaggi e vantaggi, misurare futuro e possibilità di lavoro. Decisi su un principio: bellezza, natura, ambiente non si toccano. Bar La Coccinella di Giaveno: «Dobbiamo essere collegati con l'Europa, va da sé. Allora se esiste un progetto nessuno spara un rifiuto pregiudiziale, però diteci che cosa volete fare e come. Commentare oggi è prematuro». Ancora Giaveno, bar della Torre: «E' assurdo mettersi contro il progresso», dice Janine, la titolare, «ma il paesaggio dev'essere tutelato fino in fondo. Non so dove potrebbe passare la linea, ma se la soluzione è buona, nel rispetto delle persone io che adoro questo posto dico: ben venga la Tav».
Ma basta risalire il torrente Sangone e le perplessità crescono. Coazze, 720 metri di altitudine, 2 mila abitanti che diventano 10 mila in estate. Al Caffè Nuovo avvertono: «Sarà bene che si ricordino che siamo nel parco Orsiera Rocciavrè». Non minacciano blocchi stradali o presidi anzitempo, sono impegnati a preparare per domenica la festa con i piatti tradizionali, però ci tengono a ribadire: «Qui siamo sempre stati solidali con la Val di Susa». Coazze come Venaus? «Non esageriamo, stiamo solo parlando di una proposta che non ci pare affatto bella».
Gianni Aschieris di Giaveno è uno dei tanti che dalla Val Sangone sono accorsi in aiuto dei No Tav valsusini lo scorso dicembre. Promette battaglia: «I comitati no Tav sono pronti a mobilitarsi. Vicino a Trana c’è l’amianto e anche sotto la Sagra di San Michele dove dovrebbe passare il mega-treno».
Aggiunge: «I politici si sbagliano se pensano di non trovare ostacoli, anzi aggiungeranno opposizione ad altra opposizione». Aschieris però ammette: «Difficilmente in Val Sangone ci sarà la saldatura tra il movimento e i sindaci». Il perché lo spiega Napoli: «Il governo troverà una cultura politica e una sensibilità civile in Val Sangone ben diverse dalla Valle di Susa. Qui la maggioranza dei sindaci sono di centrodestra. Amministratori e cittadini sanno benissimo che la Tav è un'opera necessaria per il Piemonte e per l'Italia quindi non sono mossi da preconcetti e pregiudizi».
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Mod: ho inserito dei collegamenti al posto delle immagini inserite direttamente, sballano la grafica del forum.