Federico_2 wrote:Non è solo questo il problema, basta pensa quante volte vanno percorsi a 30 km/h scambi percorribili a 60, e questo non perchè impiantisticamente faccia schifo una stazione, ma perchè chiedono così le norme (vedi lambrate, mirabello, turro, pm ghisolfa, ecc...)
...
Quale norma sarebbe??? Non mi risultano riferimenti al RS ma solo limitazioni dettate dagli impianti.
Il fare i 30 km/h fin sotto lo stante di una protezione chiusa che si fosse aperta per un itinerario con limitazione di velocità a 60 km/h, è dettato dalla mancanza di INFILL perchè (anche in presenza di tratto codificato... il cod captato sarebbe il 120... ossia lo stesso per itinerari con riduzione di velocità a 30 o 60 km/h) il SSB non può sapere le nuove condizioni della via finché il treno non passa sul P.I. in prossimità del segnale, e quindi il SSB ammette logicamente la condizione più restrittiva... ossia i 30 km/h fin sotto lo stante, poi da lì ci si può portare fino ai 60 km/h.
Questo è sì un limite della ripetizione discontinua (SCMT), ma la vera mancanza è sempre del GI, che non installa gli INFILL in precedenza dei segnali di partenza e protezione delle località nei nodi urbani. E' la mancanza di INFILL, legata ad altre carenze o limitazioni impiantistiche contingenti, ad allungare i tempi di percorrenza, non il sistema di sicurezza in sé.
Federico_2 wrote:...
E restano le situazioni dove la rigidità dei regolamenti è assurda, vedi approccio a 30 o 10, riduzione di velocità dallo stante e mancato ingresso contemporaneo nonostante la presenza di scmt.
Quello che tu chiami assurdo, è solamente la mancanza di condizioni di siucurezza. Esempio l'ingresso contemporaneo è ammesso se c'è indipendenza degli itinerarari con relativi tronchini "di salvamento", al di là della presenza di SCMT. L'approccio a velocità normale serve per questioni di spazio... ad arrestare in caso di SPAD il convoglio prima del punto protetto, mentre l'approccio a velocità ridotta in punti singolari (tipo passaggio dal doppio al semplice binario o tronchini) è necessario sia per i motivi di cui sopra (minor spazio tra segnale e punto protetto) ma soprattutto per richiamare maggior attenzione in questi punti singolari caratterizzati da maggior rischio.
D'altronde stare al PC e discorrere è un conto... lavorare ad orari strani e per molte ore su determinati servizi provoca forte stress con calo del livello di attenzione, quindi quesllo che può sembrare limitativo, in realtà non lo è. Ora con SCMT c'è altissima probabilità di portare la pelle a casa anche in caso di errore umano (SPAD), altro che spacciare la vacma come sistema di sicurezza (sicurezza de che???) propedeutica all'agente solo... per poi dire... "eh... ma prima si faceva orario..."