tojo wrote:Trullo wrote:....
Quindi se si taglia questo finanziamento si ha come conseguenza, a parità di altre condizioni
- Un passaggio di soldi dalle tasche di chi usa il TPL (e che vede aumentare le tariffe) a quelle di chi non lo usa (che vede diminuire le tasse)
- A parità di uso del TPL, un passaggio di soldi dalle tasche di chi oggi paga meno tasse (e per i quali l'aumento delle tariffe è maggiore della diminuzione delle tasse) a quelle di chi oggi paga più tasse (e per i quali l'aumento delle tariffe è minore della diminuzione delle tasse)
- Come conseguenza di questi effetti una probabile migrazione al trasporto individuale con le esternalità negative che conosciamo
Questi tre effetti a me sembrano chiari, e nessuno dei tre mi sembra auspicabile.
Non capisco se
- Condividi con me sugli effetti ma li ritieni (almeno i primi due) auspicabili
- Riteni ci sia una falla nel mio ragionamento. Se si, dove, secondo te, sto sbagliando?
...
Il problema è sempre: chi è che è chiamato a fare il c.d. "interesse pubblico"?
Lo Stato e le sue diramazioni: ma sappiamo bene che, in genere in tutto il mondo ed in particolare in Italia, il settore pubblico tende ad essere vorace ed inefficiente.
...
Mi spiace, ma un mondo del genere non mi piace.
Di nuovo non ho ricevuto una risposta chiara.
In conclusione, rispetto alla situazione attuale, una riduzione o eliminazione dei trasferimenti pubblici al TPL equivale a un trasferimento di denaro e servizi in direzione di chi ha già, e ad opera di chi ha di meno (perchè in questo, alla fine, consiste il "meno stato, meno tasse, meno servizi", slogan oggi di moda, e che mi ricorda un personaggio dei fumetti degli anni 70, superciuk, l'opposto di Robin Hood, quello che rubava ai poveri per dare ai ricchi). Non capisco (e mi piacerebbe capire) se neghi questo effetto o se lo ammetti ma lo consideri accettabile rispetto a sprechi e inefficienze (vere o presunte) dell'ente pubblico
Alcune osservazioni sparse, in risposta a Tojo
- In molti, se non quasi tutti, i paesi europei e nordamericani le principali imprese ferroviarie sono di proprietà statale (anche Amtrak, negli USA, non certo uno stato socialista
)
- Estendendo il discorso di sprechi e inefficienze a settori diversi dal TPL, in quasi tutti i paesi europei e nordamericani scuola e sanità sono gestiti dall'ente pubblico o sono soggetti comunque a regole particolari che tutelano le persone più deboli, aggirando o distorcendo le regole di mercato
- Sempre parlando di sprechi e inefficienze, non è che ne le imprese private ne siano esenti.
- Nonostante sprechi e inefficienze, la sanità pubblica italiana, almeno in Lombardia (ho parecchie esperienze negative di parenti e amici al sud) per esperienza personale garantisce (sia negli ospedali pubblici, che in quelli privati convenzionati e quindi sussidiati) servizi di ottimo livello a prezzi accessibili (cosa che un sistema completamente privato non potrà mai garantire, quale compagnia di assicurazione assicurerebbe per esempio una persona malata di obesità grave?)
- Allo stesso modo sono orgoglioso della preparazione culturale e tecnica offertami dalla scuola pubblica italiana (sono ingegnere laureato al politecnico di Milano). Confrontandomi quotidianamente ormai da una quindicina di anni con persone provenienti da tutto il mondo, nella multinazionale del software dove lavoro, la mia preparazione non ha nulla da invidiare a quella dei colleghi d'oltreoceano o di altre nazioni europee
Infine vorrei commentare la frase di Padoa Schioppa citata da Lucio "Le tasse sono bellissime".
La frase completa era la, a mio modo di vedere condivisibilissima
"Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l'istruzione e l'ambiente"
Dalla quale purtroppo è stata estrapolata dal contesto solo la prima parte (che da sola è ovviamente senza senso) con conseguente sputtanamento del ministro che invece aveva detto molto bene, con la solita demagogia italiana, sempre pronta a denigrare il pubblico e a magnificare il privato