Coccodrillo wrote:
... Certo che non c'è nulla di più comodo di un biglietto aperto...
Comodo ma costoso.
Un biglietto aperto corrisponde a un livello di servizio piu' alto con costi di produzione piu' elevati.
Significa dover prevedere treni con ampi spazi vuoti a bordo, oppure accettare che in ora di punta (se non c'e' controllo e prenotazione) vengano stracaricati a dismisura tipo carro bestiame.
Purtroppo qui e' una questione di dure leggi dell'economia.
Il problema e' che oggi Moretti non ha ne' la botte piena ne' la moglie ubriaca.
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Ho letto (non ricordo la fonte) che il carico medio dei treni LP tedeschi è del 40%, mentre nei TGV è del 75%. La differenza sta nel fatto che il primo sistema massimizza comodità e passeggeri, il secondo i guadagni. Personalmente credo che per l'Italia sarebbe meglio la prima filosofia.
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In Germania anche le autostrade sono gratis. Da molti punti di vista e' una delle nazioni meglio gestite del mondo. Ma non esistono pasti gratis. Qualcuno paga. E anche la Merkel ha dovuto fare una manovraccia da paura per rimettere sotto controllo la spesa pubblica.
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Non riesco a definire LP un Bologna-Firenze. E sta qui il punto: gli aerei fanno esclusivamente LP, i treni no.
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A parte che e' tutta la situazione italiana e' atipica, per il BO-FI terrei conto che si attraversa una catena montuosa e dei tempi di percorrenza con altri mezzi (auto), non cosi' indifferenti. Come esempio di non-LP io farei i Milano-Venezia, con tutte quelle citta' medie a breve distanza una dall'altra. Il FI-BO potrebbe essere paragonato a un LP che ferma sia a Centrale che Garibaldi a Milano. Se vogliamo estremizzare il discorso l'unica vera LP in Italia potrebbero essere eventuali no-stop Milano-Roma con bypass di tutti i nodi intermedi.
Ma questo non significa che i costi di produzione e di vendita di posti su treni "velocini" tra molte delle principali citta' italiane non possano essere paragonati, per molti aspetti, a quelli su aerei low cost a corto raggio.... tranne ad esempio per quanto segue:
Citando la BO-FI in effetti penso che tu abbia messo il dito sulla piaga su un aspetto importante che rende piu' difficile un sistema di tariffazione "aereonautico".
Un volo strettamente point to point e' diverso da un mezzo che fa tante fermate intermedie.
Un passeggero che fa la Bologna-Firenze su un Frecciarossa fa un tratto abbastanza breve, ma occupa una poltrona che potrebbe essere venduta piu' proficuamente ad un altro che fa Milano-Napoli. Questo complica molto le cose per gli algoritmi e le strategie che devono essere applicati dal sistema di tariffazione.
Ne caso di altri mezzi di trasporto, es. i traghetti, quello che si fa per semplificare e' far pagare la "tratta centrale", poi in quale porto sali e scendi esattamente non conta tanto.
Se provi a simulare un biglietto Italia-Grecia sulla rotta Venezia-Ancona-igoumenitsa-Patrasso con Minoan o Anek lines osserverai un fenomeno strano:
Un Venezia-Patrasso costa praticamente come un Ancona-Igoumenitsa, o poco piu'. Perche' di fatto tu occupi quel posto nella tratta di punta, quindi il porto di destinazione lo scegli solo per tua comodita', ma non influisce tanto sul prezzo.
Se tu dovessi applicare la stessa logica di tariffazione al Bologna-Firenze, che e' indubbiamente la tratta centrale della nostra dorsale AV, dovresti farla strapagare, se su un LP. Ovviamente e' un discorso paradossale e poi il Bologna-Firenze lo puoi fare anche con treni che vanno da Roma a Verona, al Brennero o a Venezia, o con dei regio che non hanno questo problema di occupazione di poltrone su tratte piu' lunghe.
Comunque l'esempio e' solo per cercare di capire perche' una politica del prezzo dinamico come viene applicata in aviazione e' piu' complicata in campo ferroviario.... sto cercando di chiarirmi le idee e ragionare.