by brianzolo » Thu 06 June 2013; 8:47
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Reggio Emilia, 2 giugno 2013 - La Procura di Reggio ha aperto un’indagine sulla stazione Mediopadana, che sarà inaugurata fra pochi giorni.
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L’attenzione degli inquirenti — gli accertamenti sono stati svolti dai carabinieri reggiani, con la direzione provinciale del lavoro, coordinati dal procuratore capo Giorgio Grandinetti — si è concentrata sulla figura di un 59enne, originario di Catania e residente a Reggio, gravato da pesanti precedenti penali (tra cui omicidio) e ritenuto dagli inquirenti affiliato alla cosca catanese dei Cursoti: dal 2001 sarebbe stato presente ininterrottamente nel cantiere Tav e poi in quello della Mediopadana in qualità di custode, regolarmente assunto.
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Inoltre è emerso un altro filone d’indagine, relativo a presunte irregolarità sulla gestione dei subappalti.
Quattro persone sono finite, al momento, nell’inchiesta. Si tratta di Antonio Simbari, amministratore unico della Si.To Costruzione, noto alle cronaca perché il 24 febbraio 2012 era salito su una traliccio del cantiere Tav di Mancasale per protestare per il mancato pagamento; Giovanni Capuci, già presidente del consiglio di amministrazione di Scarl Sermidese; Daniele Vegetti, amministratore unico della Vegetti Sns e Salvatore De Luna, amministratore della Cimolai Spa. A loro è contestato l’articolo 21 della legge 646/82, ovvero di aver concesso «anche di fatto, in subappalto o a cottimo, in tutto o in parte, opere riguardanti la pubblica amministrazione, senza l’autorizzazione dell’autorità competente». Ipotesi, quella al vaglio, che se confermata vedrà l’applicazione di una sanzione pecuniaria.
A De Luna è contestato anche l’articolo 22 della stessa legge, ovvero di non aver osservato la norma secondo cui «l’eventuale custodia dei cantieri installati per la realizzazione di opere pubbliche deve essere affidata a persona provviste della qualifica di guardia particolare giurata», punibile con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda.
Quest'ultima disposizione di legge non sarebbe stata rispettata per quel che riguarda il catanese, su cui si sono concentrate le attenzioni investigative per i suoi rilevanti precedenti penali e perché, secondo le informazioni dei carabinieri, negli anni Ottanta e Novanta avrebbe operato per conto del clan dei catanesi in Piemonte e Liguria.
Il 59enne è stato impiegato per la guardiania prima dalla Rodano Consortile (non coinvolta nell’indagine) e poi, recentemente, dalla Cimolai, che è stata titubante sul suo utilizzo nel cantiere della Mediopadana. Ma l’assunzione dell’uomo è stata caldeggiata, in quanto persona disabile, e la Cimolai lo ha tenuto fino al marzo 2012 come portiere del cantiere in funzione di custode.
È stato lui, secondo quanto emerso dai controlli dei carabinieri che più volte hanno svolto accertamenti sui lavori della Mediopadana, a controllare tutti gli ingressi, tanto da firmare da solo — senza alcun controllo superiore — l’apposito registro.
Rilevata l’irregolarità, nell’aprile 2012, Cimolai ha comunicato a Italferr e a Rfi di aver rimosso l’uomo dall’incarico di portinaio e di aver incaricato un’agenzia di guardie giurate al suo posto. Il 59enne ora risulta ufficialmente impiegato alla sistemazione del verde nella zona degli uffici e a lavori di piccola manutenzione ordinaria.
Ma dalle verifiche effettuate dagli inquirenti, il catanese avrebbe ancora contatti diretti e frequenti con gli operatori del cantiere e sarebbe al lavoro anche al sabato, quando gli uffici sono chiusi. Da fine aprile, inoltre, non risulta più dipendente della Cimolai, ma di un’agenzia di somministrazione di lavoro.
Per quel che riguarda il filone dei subappalti, Italferr Spa avrebbe concesso l’autorizzazione al subappalto, senza aver richiesto le informazioni antimafia obbligatorie per più di un’azienda. Inoltre, nel cantiere di Mancasale hanno lavorato dipendenti della Si.To Costruzione di Antonio Simbari, come distaccati. Tuttavia su questo contratto di distacco c’è più di un dubbio degli inquirenti, visto che ne mancherebbero i presupposti. Inoltre, per i lavori sono stati utilizzati anche i mezzi della Si.To e lo stesso amministratore unico era presente nel cantiere.
E le indagini sono attualmente ancora in corso per fare piena luce sulla regolarità dei lavori alla stazione Mediopadana, la più grande opera pubblica costruita a Reggio negli ultimi anni e che dovrebbe dare una svolta all’economia della città.
ma che si fermerà a reggio?
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