Beh, insomma... Mi sembra il disastro peggiore e non rimediabile.Coccodrillo wrote:La cosa più fastidiosa non è la perdita delle stazioni
Vero purtroppo. ma questo dimostra una volta di più che abbiamo quello che ci meritiamo. Poi le ferrovie ci hanno messo del loro, non facendo nulla per limitare il disagio (PL eterni...) e dando in cambio un servizio con orari scadenti.Coccodrillo wrote:Ma pare che i più a favore della nuova linea non siano le ferrovie o le imprese di costruzione ma gli abitanti stessi che vogliono scacciare il treno dai paesi...
S-Bahn wrote:Beh, insomma... Mi sembra il disastro peggiore e non rimediabile.Coccodrillo wrote:La cosa più fastidiosa non è la perdita delle stazioni
5/10/2007 (11:26) - LA LINEA DELLE POLEMICHE
Tav, arrivano i fondi della Ue
Annuncio del sindaco Chiamparino: il progetto passa l’esame di Bruxelles
MAURIZIO TROPEANO
TORINO
«La Tav mi pare incardinata. Da indiscrezioni che mi arrivano da fonti molto attendibili di addetti ai lavori mi risulta che l’Unione Europea ha selezionato la domanda presentata dal Governo italiano e dunque è pronta a dare il via libera al finanziamento richiesto da Roma». La rivelazione di Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, arriva nel giorno in cui il presidente del Consiglio, Romano Prodi, sbarca a Torino per inaugurare il prolungamento della linea 1 della metropolitana. Al sindaco non importa di aver rovinato l’effetto mediatico di un eventuale annuncio del Professore. Il motivo? Tav e passante ferroviario sono le uniche buone notizie in materia di infrastrutture che arrivano da Roma. Ma le sue rivelazione trovano conferma in personaggi che sono in prima linea sul fronte della Torino-Lione.
La domanda di finanziamento presentata dal governo italiano lo scorso 18 luglio ha superato lo scoglio dell’esame del comitato di esperti indipendenti scelto dalla commissione Europea per valutare le richieste dei paesi membri. Il progetto, dunque, non finirà nel cestino ma gli esperti lo hanno giudicato in grado di poter accedere ai finanziamenti comunitari. Roma ha chiesto 724 milioni di euro per la realizzazione del tunnel di base nella nuova versione: uscita in località Colombera di Chiomonte, poi un breve tratto in superficie per poi entrare in galleria fino all’altezza di Sant’Antonino di Susa.
Quella di Roma è stata una corsa contro il tempo. Tanto che i comitati No Tav e l’europarlamentare di Rifondazione comunista, Vittorio Agnoletto, avevano puntato molte carte per una bocciatura del progetto proprio sull’incompletezza della documentazione presentata dal ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. A dire il vero erano forti i timori di una performance negativa anche a livello dei fautori del progetto. Invece gli esperti indipendenti, dopo aver valutato tutte le domande, l’hanno giudicato completa. Soprattutto se paragonata a quella di altre richieste. «Non abbiamo sfigurato per nulla, anzi», spiega il nostro interlocutore.
Gli esperti, in sostanza, hanno ritenuto che la domanda italiana rispetti i criteri fissati dalla Commissione per ottenere i finanziamenti. Un via libera preliminare che insieme alla scelta dell’Unione Europea di considerare strategico il corridoio V dovrebbe permettere alla richiesta di Roma di ottenere un risultato positivo anche in sede di fissazione dell’elenco in base ad un ordine di priorità. E nel caso la Commissione dovesse chiedere all’Italia della nuova documentazione, Roma sarebbe in grado di fornirla.
Il ministro Di Pietro, infatti, nei giorni scorsi ha annunciato che entro la metà di ottobre sarà pronto il progetto definitivo, elaborato da Rfi, specificando: «La proposta di progettazione definitiva sarà presentata alla conferenza dei servizi e all’Osservatorio di Mario Virano entro il 15 ottobre perché poi si avvii la discussione con i rappresentanti delle comunità locali». Poi ha spiegato che da parte di Bruxelles non c’è nessuna perplessità. «Con l’Unione Europea lavoriamo in perfetta sintonia nel rispetto delle popolazioni locali. Attendiamo con serenità il giudizio».
Oggi a Torino il premier Prodi potrebbe ufficializzare queste indiscrezioni. Nelle scorse settimane, intervistato da Bruno Vespa a «Porta a Porta», il Professore si era detto fiducioso sulla possibilità che la domanda italiana venisse accolta da Bruxelles. Ad avvallare l’ottimismo del primo ministro italiano sono arrivate le dichiarazioni del commissario europeo dei Trasporti, Jacques Barrot: «Penso che il tunnel si farà, ma il pericolo è che questo avvenga con molto ritardo, con gravi conseguenze sull’aumento del traffico, e anche a livello di inquinamento delle Alpi, una regione a cui sono particolarmente legato».
La presa di posizione di Barrot tiene conto delle difficoltà incontrate dal governo italiano ma prende anche in considerazione i «progressi» registrati in questi mesi dall’Osservatorio tanto da augurarsi che si arrivi ad un «compromesso nel 2008». E a proposito dell’opposizione dei No Tav, Barrot spiega: «La Svizzera ha avuto il coraggio di intraprendere lavori giganteschi per liberare le montagne dai camion. Non credo sia possibile il fatto che l’Ue non possa far procedere il corridoio per motivazioni di cambio climatico e per preservare le comunità locali».
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