Il problema è che, specie in assenza di una legislazione espressamente favorevole al movimento dei mezzi pubblici, l'autobus è penalizzato in mille modi.
Non è solo questione del tempo perso ad ogni ripartenza, che può essere minimo ma anche considerevole su strade di grossa portata con traffico veloce e compatto, ma del fatto che il bus è considerato un fastidio da togliere di mezzo e da accodare alle auto, non viceversa.
La stessa idea di golfo (a parte una certa tipologia di strade di scorrimento, magari in presenza di leggi e consuetudini che facilitino l'immissione del bus) è assai discutibile. Come è discutibile, per le stesse ragioni, l'abitudine tollerata di superare un mezzo alla fermata, anche in presenza di divieto di sorpasso.
Perché? Perché se su un itinerario trafficato, e magari a una sola corsia per senso di marcia, come avviene nei 3/4 dei percorsi, le auto che stanno dietro al bus lo superano appena si ferma, questi, oltre al perditempo di ogni fermata (magari con difficoltà a ripartire e altri secondi persi), si trova ogni volta davanti le auto che stavano dietro col risultato che ad ogni semaforo ben difficilmente prenderà il verde, ma il rosso, e magari saranno necessari più cicli semaforici per passare l'incrocio.
Se, in molte condizioni, la strada fosse organizzata per tenere le auto dietro al bus in fermata, questi partirebbe senza attese e troverebbe gli incroci più liberi davanti a se.
Su queste tratte auto e bus avrebbero la stessa velocità commerciale mentre ora, tra fermate, ripartenze difficili e semafori persi, la differenza di velocità tra bus e auto è 1:2.
E chissà che non ci sarebbe qualche motivo in più per utilizzare il mezzo pubblico, ottenendo strade più libere e città più vivibili...