S-Bahn wrote:In ambito extraurbano il traffico è dato quasi totalmente da automobili. Sono minime o nulle le componenti "deboli" costituite da pedoni e ciclisti, che sono il vero problema sulle rotonde.
Ovviamente, e le "utenze deboli" vanno incanalate su piste complanari.
La questione velocità sulle strade extraurbane è troppo enfatizzata e secondo me mal posta.
Vedremo.
Intanto ci sono ambiti extraurbani più di nome che di fatto con centri abitati ravvicinati e urbanizzazione rada ma diffusa e presente tra un centro e l'altro. Qui sono già prevalenti le tratte con limite di velocità a 50 Km/h.
Il problema è proprio che esiste il limite su queste strade, ovvero che esistano queste strade. Una corretta painificazione dovrebbe far tendere l'esistenza di queste strade asintoticamente a "zero". Per quale motivo esistono? Bisogna analizzare caso per caso ed eventualmente predere atto che sono ad ogni effetto strade urbane con conseguenti responsabilità amministrative per quanto rigurada la manutenzione. Se sono strade che servono un traffico prevalentemente "non locale", vuol dire che va fatta una nuova strada separata per questo traffico e "degradare" a strada locale la vecchia. Dirai: e i soldi? Certo, perfettamente conscio, ma mettere la rotonda è solo la "foglia di fico" perchè non ci sono i soldi.
Possiamo fare tutte le teorie che vogliamo sulla rotonda perfetta in un ambito extraurbano perfetto ma gli esempi pratici come quello della SP6 Monza-Carate (ma ce ne sono tanti in condizioni simili) mostrano che l'introduzione delle rotonde ha OGGETTIVAMENTE fluidificato il traffico con velocità medie più elevate e soprattutto più costanti.
Come detto: il problema non è la rotonda, ma la bassa velocità di percorrenza.
Se invece ci spostiamo in ambiti più decisamente extraurbani in ogni caso diminuisce la frequenza degli incroci, e una riduzione puntuale a 50-30 Km/h incide ben poco sulla velocità media...
Non è questione di "misura", è questione che per quanto poco non deve esserci il rallentamento
...e in ogni caso non peggio dei semafori dove, anche con una regolazione che privilegia il flusso principale, non è affatto trascurabile la possibilità di prender un rosso stando fermi un minuto, specie se vengono implementate anche le fasi dedicate alla svolta a sinistra, e senza dimenticare che normalmente in approccio alle intersezioni semaforiche è comunque presente un limite di velocità di 50 Km/h.
I semafori vanno messi dove assolutamente necessari. Se le conseguenze del semaforo sono le medesime di una ipotetica rotatoria, allora torniamo al punto: "sono strade extraurbane?", "va sostituita con una nuova strada per massimizzare al velocità?" Lo spazio vitale di una installazione semaforica su strada extraurbana è minimo, quello della rotatoria nullo. E non è vero che ci sono limitazioni a 50km/h, semmai a 70km/h, e comunque anche fosse raccomandabile, nel voler massimizzare la velocità, il limite deve essere in funzione dell'aspetto del semaforo: sta per diventare rosso? Si accende il limite. Altrimenti resta spento.
Rimane il fatto della proporzione tra i flussi. Effettivamente le rotonde funzionano meglio su flussi bilanciati, ma hanno anche una notevole capacità di autoregolazione. Se sulla "traversa" c'è poco traffico, il flusso principale sarà rallentato dalla rotonda ma quasi mai dovrà dare la precedenza con una immissione di fatto continua.
E' il semplice concetto di dover rallentare ad ogni costo che è sbagliato su una extraurbana.
Ovviamente il tutto con flussi compatibili con la capacità della strada con incroci. Con flussi superiori la strada va svincolata ma questo vale tanto con le rotonde quanto con i semafori.
E' la strada che deve essere compatibile con i flussi, non viceversa. Se devo istallare un semaforo, ho già un problema, minore di una rotonda, ma comunque la strada non è più compatibile con i flussi. Il semaforo è l'extrema ratio per alcune situazioni, la rotatoria no.
E' il principio che conta, serve da faro per non perdere la bussola. Se si accetta il principio e si cerca di perseguirlo, bene, le eccezioni saranno ben motivate. Ma se si rifuita il principio e si fa quello come cavolo capita, senza la scientifica applicazione di elementi ingegneristici, senza tentare ad ogni modo di realizzare il principio, allora è solo arbitrio, pura discrezionalità con effetti deleterei. Ed il fattore economico è solo secondario, se non del tutto privo di pregio.