Questioni linguistiche

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Re: Questioni linguistiche

Postby skeggia65 » Tue 28 March 2017; 0:08

Se l'ignoranza rispetto al corretto modo di dire non è la componente principale dell'evoluzione di una lingua, credo comunque che sia un ingrediente di rilevante importanza.
Altrimenti non si spiegherebbe perché, nel linguaggio comune, si parla di "seno" riferendosi alle mammelle, mentre la parola "seno" starebbe a indicare il solco che si trova in mezzo.
E, come avrebbe detto il Troisi di "Non ci resta che piangere", scusate la volgarità, eh! :mrgreen:
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Re: Questioni linguistiche

Postby S-Bahn » Tue 28 March 2017; 0:13

S-Bahn wrote: ...la componente "ignoranza" è sicuramente importante...
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
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Re: Questioni linguistiche

Postby Carrelli1928 » Tue 28 March 2017; 22:46

Ciao,

Mi permetto una breve intromissione: la lingua di Dante non deriva dalla conservazione del latino, è piuttosto il frutto dello studio del risultato di secoli di uso della lingua da parte di milioni di analfabeti; che gli antichi ignoranti siano i padri del nostro vernacolo, è senza ombra di dubbio un fatto assodato. È tuttavia da riconoscere che nell'ultimo secolo la società è profondamente mutata e con essa il suo modo di far evolvere la propria lingua, da un lato grazie alla maggiore scolarizzazione che cristallizza gli idiomi, dall'altro, viceversa, per mezzo della comunicazione di massa (giornali, radio, televisione, rete) che porta alcune più o meno felici espressioni ad entrare nell'uso comune.
È pertanto da non prendere per scontato che, se fin dagli albori della storia i cambiamenti si sono basati sulla cosiddetta "ignoranza", ciò dovrebbe essere vero anche oggi; è piuttosto un interessante tema di discussione quanto mai attuale - viviamo infatti in un'epoca alquanto petalosa - quello di comprendere la legittimità dei neologismi e ritengo che sia ancora troppo presto per poter stabilire una regola per essi.

In mia opinione, essendo la lingua viva per adattarsi alle necessità - mi sia concesso lo sciocco esempio della distinzione tra "locomotori" e "locomotive" agli inizi del Novecento, oggi quanto mai inutile ma allora necessario ed usato - dovrebbe essere bene accolta ogni espressione che porti ad un soddisfacimento di tali esigenze; pertanto, se la popolazione ritiene positivo l'impiego di "piuttosto che" in luogo di "oppure", sia pure per il semplice bisogno di evitare ripetizioni in un discorso, la nuova sintassi è già stata in grado di dimostrare il proprio diritto all'esistenza, sia grazie all'utilità, sia, nello specifico, all'impalpabilità della differenza col termine corretto: difatti, sia nel caso di "oppure", sia in "piuttosto che", si è soliti porre una scelta tra più elementi: "oggi potrei rincasare servendomi della metropolitana, oppure dell'autobus, piuttosto che del tram". Riconosco che nell'esempio citato sembra esserci una preferenza della gomma sulla rotaia di superficie (e forse non è così nei fatti?), tuttavia una corretta lettura può ovviare all'inconveniente - si noti la seconda virgola, che contribuisce in maniera importante a tale fine.

Concludo spiegando il motivo per il quale difendo il neologismo: ritengo che sia inutile opporvisi, pertanto sarebbe costruttivo adoperarsi per trovarne l'integrazione nella grammatica, sicché la decisione di impiegarlo o meno spetterà sempre allo scrittore che, se inteso nel suo complesso, non potrebbe mai commettere errori di sintassi: il popolo, unico regista dei vernacoli.

Un saluto,
Angelo
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Re: Questioni linguistiche

Postby S-Bahn » Tue 28 March 2017; 23:40

E' vero, hanno uscito tante forme nuove.
La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso,
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