by Trullo » Thu 08 September 2016; 11:48
Ma a questo punto, a che serve l'esame di maturità? Tanto vale abolirlo, se non siamo neanche in grado di usarlo per filtrare nella scuola pubblica gli studenti migliori a cui far proseguire gli studi...
Mi rendo conto che ci sono delle distorsioni, legate anche a differenti criteri di valutazione dei professori (mediamente più "generosi" nei licei che negli istitituti tecnici, e in alcune regioni del sud che nel resto d'Italia) e alla piaga della commissione interna, ma queste si possono sanare, volendo. Paradossalmente era meglio il facile ma comunque selettivo esame dei miei tempi, con solo due scritti e due orali ma che (proprio grazie alla relativamente ridotta mole da portare) consentiva a chi lo desiderasse di approfondire singoli argomenti per evidenziare le proprie qualità (favorendo il voto alto più allo sutdente "capace ma un po' svogliato" che allo studente "secchione" che spesso prendeva meno di quanto era abituato durante l'anno, mentre il primo visto per di più da una commissione esterna senza pregiudizi faceva la sua ottima figura)
Cosa che non succede con la maturità attuale (dove non credo sia possibile avere il massimo dei voti se la media durante gli anni prececdenti era quella del 7, come successe a me e ad altri ormai trent'anni fa) e probabilmente neanche con la precedente, dove l'enorme mole da portare (tutte le materie e il programma di tre anni) rendeva estremamente difficile qualsiasi approfondimento individuale
Il tema è che il processo di valutazione è anche un costo. Perchè spendere dei soldi (sia pubblici, delle universit, sia delle famiglie) per un processo di valutazione parallelo a quello fatto tre mesi prima, e non invece investirli per rendere il più efficace possibile il processo di valutazione della maturità (eventualmente tornando alle più oggettive commissioni esterne, e ai temi d'esame uguali per tutti)
Sul tema del liceo classico poi non concordo per nulla sulla presunta "apertura mentale"
Perchè si studiano le lingue morte? Mi vengono in mente due risposte
- perchè (argomentazione anche di alcuni intellettuali comunistim da Gramsci a Marchesi che lo propugnava per tutti nella media unica) il tipo di studio che si fa per il latino (e il greco) aiuta a sviluppare capacità di ragionamento che poi tornano utili in qualsiasi studio (o professione)
- per il valore intrinseco dei classici, indipendentemente dalla loro lingua
Alla prima risposta commento (come facevano a suo tempo i critici di Marchesi,e in particolare Nenni, fiero avversario del latino nella scuola media) che la stessa capacità di ragionamento si apprende studiando le lingue vive e/o le materie scientifiche.
Alla seconda, che i classici si possono leggere anche tradotti, come facciamo (per chi studia inglese) con Mann, Cervantes, Hugo e Dostojevski, che leggiamo in italiano
In realtà non nego che chi viene dal classico in media ottiene risutati migliori di chi ha fatto altri studi, ma questo non per il classico in quanto tale, ma per l'appartenenza a un livello economico e sociale superiore, che porta svariati vantaggi (viaggi e quindi minore provincialismo e più apertura mentale; disponibilità economica e quindi eventuali ripetizioni a pagamento ; presenza in famiglia di persone che svolgono già la professione per cui si studia e quindi ulteriore aiuto quasi non perceiyo ma reale...) e che si associa mediamente di più con la frequenza di questo tipo di scuola. Ovviamente in media e senza generalizzarer eccessivamente ....
"Il comunismo ha sbagliato, ma non era sbagliato.“ (Rossana Rossanda)