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Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 21 August 2018; 19:57
by fra74
Trullo wrote:MI è stat detto che saremo vicino a Tupperware, come uffici


E quindi verosimilmente come ipotizzava S-Bahn nella vecchia sede Fastweb

https://www.google.it/maps/place/Tupper ... d9.2127626

Re: Dimissioni

PostPosted: Wed 29 August 2018; 14:11
by LUCATRAMIL
A proposito di spostamenti, il 10 p.v. ci sposteremo da P.ta Romana bella a Buonarroti: c'è qualcuno lì?

(anche voi vedete una cartella al posto degli emoticon?)

Re: Dimissioni

PostPosted: Wed 14 November 2018; 0:33
by Trullo
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it ... mburi.html



Morire per un incidente sul lavoro avendo ignorato le più elementari norme di sicurezza

Re: Dimissioni

PostPosted: Thu 10 January 2019; 13:55
by Trullo
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Re: Dimissioni

PostPosted: Wed 13 February 2019; 11:35
by Trullo
Sono mesi ormai che sui social, a ogni presa di posizione sui provvedimenti del governo o su fatti di cronaca, i profili ufficiali della Cgil così come quelli di dirigenti, iscritti e simpatizzanti, vengono sommersi dai “dove eravate” e conditi dal solito frasario livido e violento. Dove eravate mentre approvavano la Fornero, mentre toglievano l’articolo 18? Dove eravate mentre smantellavano i diritti dei lavoratori? Invece di occuparvi degli immigrati sareste dovuti scendere in piazza contro il Jobs Act. E via così. Quest'articolo spiega che la Cgil sotto i governi Monti, Gentiloni, Renzi e Letta si è mobilitata ben 49 volte per contrastare i provvedimenti che via via ha ritenuto che danneggiassero i lavoratori

http://www.rassegna.it/articoli/cgil-ecco-dove-eravamo

Re: Dimissioni

PostPosted: Fri 20 September 2019; 20:12
by Trullo
Ma il ministro pentastellato che dovrebbe fare da mediatore e invece se ne va sbattendo la porta nella già difficile trattativa fra WHirpool e i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro?

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 11:54
by Trullo
«Ti conviene accettare l’offerta. Se rientri al lavoro ti faranno morire». Il consulente aveva il tono amichevole, di chi parla nel tuo interesse. Ma Chiara non riusciva a vedere un amico in quell’emissario del suo datore di lavoro che, di fatto, stava accompagnando con minacce nemmeno tanto velate la sua proposta di buonuscita. Anche perché lei era sicura di non aver fatto nulla per meritare di essere allontanata: l’unica «colpa» era quella di essere diventata mamma per la seconda volta.

La scena si svolge in una piccola azienda dove Chiara lavora da una quindicina d’anni, praticamente da quando è adulta e ora — nella sede regionale della Cgil — racconta ciò che sta vivendo da quando cioè ha respinto quell’offerta ed è rientrata al lavoro. Con il primo figlio nessun problema, tutto era andato secondo le leggi. Ma la seconda gravidanza, circa un anno fa, arriva in un clima totalmente diverso.

C’è stato un cambio generazionale al vertice dell’azienda familiare e il nuovo «capo» appare subito contrariato quando viene a sapere che Chiara è incinta. Le contesta un «ritardo nella comunicazione» e quando lei fa notare che in realtà l’annuncio è avvenuto nei termini previsti lui si spinge oltre: «Dovevi dirmelo già quando tu e il tuo compagno avete deciso di avere un altro bambino». E quando la ragazza spiega che nei primi tre mesi possono succedere tante cose lui va oltre l’immaginabile: «Perché, se l’avessi perso non me lo avresti detto?».

Da quel momento inizia una serie di contestazioni sul lavoro («Non era mai successo prima») e quando Chiara va in maternità viene a sapere dell’assunzione a tempo indeterminato di una persona chiamata per sostituirla. Dopo il primo approccio del consulente dell’azienda che le propone dimissioni incentivate accompagnate da quella frase («Ti faranno morire»), al rientro non viene ricevuta dai suoi dirigenti ma da un altro consulente che le comunica la decisione di «riposizionarla». Svolgerà altri compiti mai affrontati prima.

Lei non obietta nulla e a quel punto si sente dire, senza più giri di parole, che l’azienda non la vuole più e che se non avesse accettato l’incentivo subito sarebbe stata comunque licenziata al compimento di un anno del figlio. Anzi, meglio non presentarsi fino a quel giorno. Chiara non ci sta. Va al lavoro, ma da quel momento iniziano le vessazioni. Da responsabile di reparto si ritrova a fare fotocopie, rispondere al citofono («ma non al telefono»), triturare documenti e archiviare fascicoli cartacei. Dal suo computer non ha accesso alla posta elettronica, né ad altri indirizzi aziendali, non viene coinvolta nelle riunioni e, soprattutto, viene ignorata da tutti. Persino quando viene cambiato il cancello elettrico all’ingresso dell’azienda a lei non viene consegnato il telecomando. Gli stessi colleghi iniziano a farle osservazioni su presunti errori. Insomma, tutto e tutti congiurano per convincerla ad andarsene. Ma lei non vuole rinunciare al suo lavoro. E a quel punto si rivolge alla Cgil. «È tutto molto frustrante — ammette — ma io vado avanti perché so di avere ragione».

Non è un caso isolato. Nel 2018 l’ufficio vertenze della Cgil ha aperto più di 27mila pratiche (e 14 mila nei primi 6 mesi del 2019) e recuperato in Lombardia oltre 54 milioni di euro. «Crediti che sarebbero rimasti nelle casse delle aziende o dell’Inps — spiega Daniele Gazzoli, segretario regionale Cgil — se i lavoratori non si fossero rivolti al sindacato». Attualmente sono 5.695 le vertenze aperte dalla Cgil per recuperare «stipendi mai o non del tutto pagati dai datori di lavoro», 2.757 sono le violazioni contrattuali, di cui 1.623 licenziamenti illegittimi. E poi ci sono le dimissioni estorte. «Tutte persone lasciate a casa dalle aziende per presunti problemi economici mai esistiti».


https://milano.corriere.it/notizie/cron ... c352.shtml

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 13:29
by jumbo
Situazione orrenda.
Non ho motivo di dubitare, se non che mi sembra quasi incredibile che anche i colleghi si allineino a questo comportamento. Sarebbe utile sentire anche qualche altra campana, se non dei titolari, almeno di qualche collega.

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 13:47
by Trullo
Devo dire che questa cosa del comportamento dei colleghi ha sorpreso anche me. In un caso simile, finito anch'esso sui giornali, di qualche tempo fa ricordo al contrario la solidarietà dei colleghi verso la lavoratrice

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 15:40
by serie1928
Esiste solo un modo per dirimere queste questioni: la persona fa il lavoro che le viene richiesto? Se lo fa male riceve i necessari richiami e riceve le eventuali punizioni disciplinari? Altrimenti non c’è motivo per un licenziamento, ne ha senso farle la guerra. A meno che non si tratti di una di quelle persone che vengono definite “tossiche”, che minano il clima di collaborazione in azienda, per facendo egregiamente il proprio lavoro.
Il fatto che i colleghi si atteggiano come descritto, mi farebbe pensare a questo tipo di problematica eventuale.

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 17:29
by Trullo
Se fosse percepita, a torto o a ragione, come "tossica", come dici tu, non avrebbero aspettato la gravidanza per mobbizzarla

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 17:40
by serie1928
Trullo wrote:Se fosse percepita, a torto o a ragione, come "tossica", come dici tu, non avrebbero aspettato la gravidanza per mobbizzarla

Nì. Con la gravidanza potrebbe aver perso quel "potere" che certe persone hanno sulle altre, di cui ti accorgi solo quando viene a mancare. Oppure è Lei cambiata dopo la seconda maternità.
Ad ogni modo, i fatti sono quelli che racconta dal suo punto di vista, corrispondono a verità? Prima era tutto rose e fiori?
Sono situazioni spiacevoli, punto e basta.

Per me vale: se il rapporto di fiducia con il mio datore di lavoro viene meno, me ne vado. Questo è fondamentale. E vale anche al contrario: se il datore di lavoro non ha più fiducia in me, mi licenzia. Basta che la cosa non sia pretestuosa.

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 17:50
by Trullo
"Io per 30 anni ho ripetuto tutte le banalità che si sono dette nel liberismo economico. Poi quando ho avuto davanti l'operaio dell'embraco ho capito che erano una gran cacchiata". (Carlo Calenda)

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 20:52
by serie1928
Nel mio discorso il liberismo non c’entra, c’entra la responsabilità delle persone e la definizione dei ruoli.

Re: Dimissioni

PostPosted: Tue 08 October 2019; 21:20
by S-Bahn
Trullo wrote:"Io per 30 anni ho ripetuto tutte le banalità che si sono dette nel liberismo economico. Poi quando ho avuto davanti l'operaio dell'embraco ho capito che erano una gran cacchiata". (Carlo Calenda)

E ha anche aggiunto "...poi si lamentano che la gente vota per i sovranisti, viene anche a me la voglia di farlo" ...o qualcosa di molto simile.
Ti dico la verità, è aumentata la mia stima per Calenda che già mi sembrava una persona seria.